Incontro 27 maggio 2017

Bari | 02 Giu 2017

L’organizzazione dell’attività missionaria (Ad Gentes 28-30)

28. I cristiani, avendo carismi differenti (cfr Rm 12,6), devono collaborare alla causa del Vangelo, ciascuno secondo le sue possibilità, i suoi mezzi, il suo carisma e il suo ministero (cfr 1Cor 3,10). Tutti dunque, coloro che seminano e coloro che mietono (cfr Gv 4,37), coloro che piantano e coloro che irrigano, devono formare una cosa sola (cfr 1Cor 3,8), affinché «tendendo tutti in maniera libera e ordinata allo stesso scopo» indirizzino in piena unanimità le loro forze all’edificazione della Chiesa. Per tale ragione il lavoro dei messaggeri del Vangelo e l’aiuto degli altri cristiani vanno regolati e collegati in modo che «tutto avvenga in perfetto ordine» (cfr 1Cor 14,40) in tutti i settori dell’attività e della cooperazione missionaria.

29. Poiché il compito di annunciare dappertutto nel mondo il Vangelo riguarda primariamente il collegio episcopale il sinodo dei vescovi, cioè «la commissione permanente dei vescovi per la Chiesa universale», tra gli affari di importanza generale deve seguire con particolare sollecitudine l’attività missionaria, che è il dovere più alto e più sacro della Chiesa.
Per tutte le missioni e per tutta l’attività missionaria uno soltanto deve essere il dicastero competente, ossia quello di «Propaganda Fide», cui spetta di regolare e di coordinare in tutto quanto il mondo, sia l’opera missionaria in se stessa, sia la cooperazione missionaria, nel rispetto tuttavia del diritto delle Chiese orientali.
Benché lo Spirito Santo susciti in diverse maniere lo spirito missionario nella Chiesa di Dio, prevenendo sovente l’azione stessa di coloro cui tocca governare la vita della Chiesa, tuttavia questo dicastero da parte sua deve promuovere la vocazione e la spiritualità missionaria, lo zelo e la preghiera per le missioni, e fornire a loro riguardo informazioni autentiche e valide. È suo compito suscitare e distribuire i missionari, secondo i bisogni più urgenti delle regioni. È suo compito elaborare un piano organico di azione, emanare norme direttive e principi adeguati in ordine all’evangelizzazione e dare l’impulso iniziale. È suo compito promuovere e coordinare efficacemente la raccolta dei sussidi, che vanno poi distribuiti tenendo conto della necessità o della utilità, nonché dell’estensione del territorio, del numero dei fedeli e degli infedeli, delle opere e delle istituzioni, dei ministri e dei missionari.
Esso, in collegamento con il segretariato per l’unità dei cristiani, deve ricercare i modi ed i mezzi con cui procurare ed organizzare la collaborazione fraterna e la buona intesa con le iniziative missionarie delle altre comunità cristiane, onde eliminare, per quanto è possibile, lo scandalo della divisione. […]

30. […] È compito del vescovo, come capo e centro unitario dell’apostolato diocesano, promuovere, dirigere e coordinare l’attività missionaria, in modo tale tuttavia che sia salvaguardata ed incoraggiata nella sua spontaneità l’iniziativa di coloro che all’opera stessa partecipano. Tutti i missionari, anche religiosi esenti, dipendono da lui nelle varie opere che riguardano l’esercizio dell’apostolato sacro. Al fine di meglio coordinare le iniziative, il vescovo costituisca, per quanto è possibile, un consiglio pastorale, di cui devono fare parte chierici, religiosi e laici attraverso delegati scelti. Provveda anche a che l’attività apostolica non resti limitata ai soli convertiti, ma che una giusta parte di operai e di sussidi sia destinata all’evangelizzazione dei non cristiani.

Spunti di riflessione

Domande

Parole che non comprendo

Riflessioni di padre Ottavio durante l’incontro

• Nessuno può dire: “Non ho nulla da dare”.

• Dire “Non valgo nulla” è offendere Dio, che ci ha resi capaci di cose mirabili.

• Tutti abbiamo dei talenti da mettere a disposizione dell’annuncio del Vangelo, ma senza spirito di competizione.

• Siamo una goccia, ma se quella goccia mancasse, l’oceano sarebbe meno pieno.

• Rivestirci di Gesù significa, come ha fatto Lui, rivestirci di umanità.

• Guardare il mondo e allo stesso tempo lasciarsi guardare dal mondo.

• Il nostro è un Dio in uscita e anche la missione della Chiesa deve essere tale.

• Nelle nostre diversità abbiamo solo una finalità cui convergere: annunciare, fare ciò che ha fatto Gesù, collaborare alla costruzione del Regno.

• Valorizzare i carismi di ciascuno.

• Si fa missione per formare comunità, non viceversa.

• Animazione missionaria è innamorarsi delle persone del mondo.

• Se non siamo comunità missionaria non siamo comunità cristiana.

• Animatore missionario è colui che ha lo sguardo fisso in Gesù e nel povero.

• Zelo = impegno.

• È testimone solo colui che è presente nel tempo e nello spazio. Posso essere testimone in quanto Gesù è presente in mezzo a noi, fino alla fine dei tempi.

• Cresco nella misura in cui mi metto in cammino, annuncio.

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