Incontro 13 gennaio 2013 – Preghiera del mattino

Lecce | 21 Gen 2013

Canto: Laudato sii, Signore mio

O Dio,

portaci dalla materia alla nostra verità,

portaci dall’ignoranza alla nostra intelligenza,

portaci dalla divisione della morte alla nostra eternità.

Non smettere mai di guidarci.

Poiché manifestarti è la tua natura,

nulla spegnerà mai la tua gioia,

che si dilaterà sempre più,

espandendosi nella nostra vita,

nella nostra intelligenza,

nelle nostre case,

nell’amore, nelle fatiche della società,

senza incontrare ostacoli.

Vittoria a te, o Dio!

(Tagore)

Tutti insieme diciamo: Signore, pietà

Se ho avuto una falsa immagine di Dio; se non ho creduto nel Dio di Cristo rivelatosi in quella umanità; Dio degli umili, dei poveri, dei diseredati. Se ho predicato un povero incredibile Iddio, un Dio sbagliato: Signore, pietà.

Se non ho realizzato la mia umanità sull’esempio di Cristo, archetipo, nuovo Adamo, nuovo segno per tutti gli uomini, per come dovremmo essere. Se questa umanità non è stata il mio impegno quotidiano, di ricerca e di realizzazione. Se questa non è stata l’umanità della Chiesa. Per noi e per la Chiesa: Signore, pietà.

E se non sono stato capace di fare tutto gratuitamente. Finalmente, pregare solo per lodarlo, perché a tutto il resto ci pensa Lui. Se non ho cercato questa gratuità, nei miei rapporti con i fratelli, con i figli, con gli amici, non pensando mai ad altro, a gratitudini e a ricompense, e a incarichi e nomine, ai primi posti del convito. Se non ho liberato persino l’amore e la preghiera da questi interessi: Signore, pietà.

(David Maria Turoldo)

Il tremendo gioco della Gioia

Sforziamoci di vivere profondamente, liberandoci dalle false reti della menzogna e dalle immondizie della corruzione, e impariamo a riconoscere che per noi non esiste cosa più importante del “Dio della Vita”. Arriveremo, un giorno, a comprendere fino in fondo che viviamo in Lui? Solo quando riusciremo a togliere quel velo che il nostro “io” ha alzato con tanti pregiudizi, sapremo vedere quanto sia meraviglioso il mondo e quale mistero sia l’uomo. Ci sembrerà, allora, di incontrare per la prima volta animali, uccelli, piante e fiori. Quel giorno, la notte di chiar di luna spalancherà le porte del nostro cuore, e farà risuonare per il cielo una parola eterna. Finalmente riusciremo a leggere nella nostra vita il senso finale della creazione e saremo capaci di liberarci delle passioni, dalle ire, dalle cattiverie che avvolgono il nostro “io”.

(Tagore)

Recitiamo a cori alterni: Se Cristo domani busserà alla tua porta… (di Raoul Follereau)

Se Cristo domani busserà alla tua porta, Lo riconoscerai?

Sarà, come una volta, un uomo povero,

certamente un uomo solo.

Sarà forse un profugo,

uno dei quindici milioni di profughi

con un passaporto dell’ONU;

uno di coloro che nessuno vuole e che vagano,

vagano in questo deserto che è diventato il mondo;

uno di coloro che devono morire

“perché dopotutto non si sa da che parte arrivino

persone di quella risma…”

O meglio ancora, in America come in Europa, un nero,

stanco di mendicare un buco negli alloggi di una città,

come una volta a Betlemme la vergine Nostra Signora…

Se Cristo domani busserà alla tua porta, Lo riconoscerai?

Avrà l’aspetto abbattuto,

spossato, annientato com’è

perché deve portare tutte le pene della terra…

Evvia, non si dà lavoro ad un uomo così prostrato…

E poi se gli si chiede:

“Cosa sai fare?” Non può rispondere: tutto.

“Donde vieni?” Non può rispondere: da ogni dove.

“Cosa pretendi di guadagnare?” Non può rispondere: te.

Allora se ne andrà,

più abbattuto, più annientato,

con la pace nelle sue mani nude.

Preghiere e riflessioni personali

Tutti insieme: Amare è…

Amare è donarsi agli altri, è soffrire con gli altri, è gioire insieme agli altri.

Amare è realizzare se stessi, far nuove tutte le cose, è accogliere tutto e tutti, è stringere la mano al fratello.

Amare è essere presente: dove si crea la vita, si realizza l’amore, si allargano gli orizzonti della speranza per donare il meglio di me e ricevere il meglio dagli altri.

Amare è camminare finché non mi sia perduto e ritrovato in comunione con tutti e per sempre.

(Ada)

Canto finale

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