Inizio ore 15.30
Presenti: sr. Giuseppina, Tony, M. Grazia, Claudio, Andrés, Marco, Rosanna, p. Claudio, p. Domenico, Angelo, Anna Rita, Peppe.
1. Giro di impressioni/valutazioni sull’Assemblea appena conclusa
Sr. Giuseppina: abbiamo mandato capitolare di collaborare con i laici missionari comboniani, anche comunità miste, per una missione pariteticamente condivisa. Ritengo importante avere sottolineato che la crescita dell’identità comboniana avviene in ambito comunitario perché la comunità fa crescere, forma e mette in cammino. Sarà bene richiedere in modo ufficiale alla nuova superiora provinciale una rappresentante delle suore missionarie comboniane presso questo coordinamento.
Angelo: giudizio positivo. Propongo di fare un documento dell’Assemblea.
Anna Rita: propongo di fare i prossimi incontri nelle zone di provenienza per conoscere le varie realtà.
Peppe: sono felice di essere venuto insieme a qualcuno della mia zona; rispetto a due anni fa c’è stato un cammino. Ritengo importante porre l’attenzione sul tema gruppo chiuso/comunità aperta.
Marco: ho trovato gli interventi un po’ accademici e in particolare l’intervento di Carmelo Dotolo difficile, un po’ freddi. Proporrei interventi più semplici, più sul fare. Belli i momenti di conoscenza e incontro fra realtà nuove. Emozionante la festa, le testimonianze.
Rosanna: Firenze come location è stata ottimale. Ci siamo adattati anche con poco spazio. Importante alimentare con tutti gli strumenti possibili i contatti fra comunità.
Claudio: a questo scopo ci sono il sito e la newsletter: impegniamoci di più a mantenerlo aggiornato.
Andrés: è possibile, attraverso dei form, che i singoli gruppi inseriscano il proprio materiale direttamente senza ogni volta doverlo mandare a Claudio?
Claudio: per me non è un problema ed è più semplice fare come adesso, dunque si può continuare così.
Tony: l’incontro è stato molto interessante. Penso che non abbia senso il progetto di comunità senza il progetto LMC Italia. Sono emerse le varie facce dei LMC. È stata garantita la pluralità di espressioni. Esperienza di una comunità che si muove.
Il tema della comunità è da sviluppare a livello locale e a livello nazionale. Sarebbe bene essere accompagnati per aiutarci a sviluppare questo tema.
Ciascuna realtà locale è libera e autonoma. Serve perciò un minimo di struttura. Chi fa parte del coordinamento? Chi può essere rappresentato nel coordinamento? Dobbiamo affrontare questa questione.
Andrés: gli incontri di Pesaro erano stati molto diversi, era stato più faticoso. Questa Assemblea è stata più vivace, gioiosa e spontanea. Fatica con gli interventi del pomeriggio.
Bella la presentazione dei gruppi, il patchwork e la festa.
M. Grazia: sottolineo l’importanza e la bellezza dell’essere partiti dai gruppi nuovi.
Claudio: è emersa un’idea di identità non chiusa e statica.
P. Claudio: programma molto pieno; ci sarebbe voluto più tempo per riflettere sui 3 interventi. Buona organizzazione, programmazione, mappatura.
2. Orientamenti futuri e percorso da seguire fino al prossimo autunno
P. Domenico: il coordinamento vive perché c’è la base. Cogliere ciò che la base dice: in assemblea c’è molta ricchezza. Dobbiamo stare attenti a creare strutture ad intra e ad extra. Dobbiamo affrontare ed esplicitare come abbiamo intenzione di muoverci (aspetto decisionale) e di rappresentarci nella Provincia italiana. Camminare come soggetti.
Angelo: noi di Agrigento siamo un’anomalia perché non rappresentiamo un gruppo: qualora il coordinamento lo voglia siamo pronti a fare un passo indietro e a non farne più parte.
Tony: alcuni territori sono significativi per varie ragioni, ma comunque serve definire chi può entrare nel coordinamento.
P. Domenico: i primi tempi il linguaggio è importante. La parola “decisionale” dal coordinamento deve sparire se si vuole seguire dove va la base. Il potere decisionale deve essere una delega dell’assemblea.
Rosanna: il coordinamento come riflesso della base deve avere la fiducia della base. Il coordinamento non può seguire tutte le oscillazioni della base, o si perde il senso dell’identità comboniana e giustifichiamo con la libertà ogni cosa, mettendo l’etichetta del Comboni. Chiedo che si usi prudenza in questo.
P. Domenico: si deve prima raggiungere il consenso e poi dare una struttura leggera.
Si propone a p. Domenico di accompagnare (come tecnico-esperto) il coordinamento dei LMC per aiutarci a conoscere meglio gli strumenti del consenso e della partecipazione democratica alle decisioni, per evitare che il coordinamento non sappia cogliere le istanze della base (rappresentate dai diversi gruppi territoriali).
Inoltre è importante riprendere il percorso sull’identità attraverso una lettura e riproposizione dei questionari ed una loro più approfondita valutazione.
M. Grazia: chiediamo di avere reciprocità dalla commissione laici missionari comboniani e dalla Provincia italiana chiedendo che ci indichino in modo ufficiale un rappresentante dei missionari comboniani presso questo coordinamento e che possano interloquire con questo coordinamento che è l’espressione di buona parte delle comunità di LMC italiani.
3. Note tecniche
Tony: propongo che il patchwork stia a Firenze e poi giri nelle sedi delle prossime assemblee.
Lasciamo alla comunità dei missionari comboniani di Firenze 1560 euro.
Prossima riunione coordinamento 24 e 25 settembre a Venegono Superiore (VA).
Tutti ci impegniamo a pensare e condividere l’O.d.G.; per la prossima riunione tutti dovranno aver letto gli Atti dell’Assemblea. Si incarica Claudio di redigerli.
Fine ore 17.00