Incontro 8 marzo 2015

Lecce | 11 Mar 2015

EZECHIELE
“VI DARÒ UN CUORE NUOVO”

Canto iniziale

Introduzione

La promessa fatta da Dio, attraverso il profeta Ezechiele, è di donare un cuore nuovo al suo popolo. Il cuore nuovo che il Padre promette è un cuore fatto di carne e non di pietra, capace di accogliere in pieno la novità dello Spirito nuovo che lo animerà. La Parola di Dio è per sempre, non passa mai ed è per tutti, dunque il cuore nuovo di cui si parla è qualcosa che il Padre desidera dare anche a noi oggi, in questa nostra giornata!

Salmo 51

Nella colpa sono stato generato,
nel peccato mi ha concepito mia madre.
Ma tu vuoi la sincerità del cuore
e nell’intimo m’insegni la sapienza.

Purificami con issopo e sarò mondo;
lavami e sarò più bianco della neve.
Fammi sentire gioia e letizia,
esulteranno le ossa che hai spezzato.

Distogli lo sguardo dai miei peccati,
cancella tutte le mie colpe.
Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.

Non respingermi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.
Rendimi la gioia di essere salvato,
sostieni in me un animo generoso.

Insegnerò agli erranti le tue vie
e i peccatori a te ritorneranno.
Liberami dal sangue, Dio, Dio mia salvezza,
la mia lingua esalterà la tua giustizia.

Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode;
poiché non gradisci il sacrificio
e, se offro olocausti, non li accetti.

Uno spirito contrito è sacrificio a Dio,
un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi.
Nel tuo amore fa grazia a Sion,
rialza le mura di Gerusalemme.

Un cuore indurito…

Un cuore indurito non riesce a comprendere neanche i miracoli più grandi. Ma «come un cuore si indurisce?».
L’orgoglio e la sufficienza ci fanno pensare di essere migliori degli altri e invece si vive nella vanità.
L’insicurezza, poi, è ciò che sperimenta colui che pensa: «Io non mi sento sicuro e cerco dove aggrapparmi per essere sicuro». In realtà queste «sono persone sicure, ma come è sicuro un uomo o una donna nella cella di un carcere dietro la grata: è una sicurezza senza libertà».
Ecco allora la risposta alla domanda iniziale: «Come un cuore si indurisce?». Il cuore infatti, «quando si indurisce, non è libero e se non è libero è perché non ama».
Nell’amore non c’è timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell’amore. Non è libero. Sempre ha il timore che succeda qualcosa di doloroso, di triste», che ci faccia «andare male nella vita o rischiare la salvezza eterna». In realtà, sono solo «immaginazioni», perché semplicemente quel cuore «non ama». Il cuore dei discepoli «era indurito perché ancora non avevano imparato ad amare».
Ci si può allora chiedere: «Chi ci insegna ad amare? Chi ci libera da questa durezza?». Può farlo «soltanto lo Spirito Santo». «Tu puoi fare mille corsi di catechesi, mille corsi di spiritualità, mille corsi di yoga, zen e tutte queste cose. Ma tutto questo non sarà mai capace di darti la libertà di figlio». Solo lo Spirito Santo «muove il tuo cuore per dire “Padre”»; solo lui «è capace di scacciare, di rompere questa durezza del cuore» e di renderlo «docile al Signore. Docile alla libertà dell’amore». Non a caso il cuore dei discepoli è rimasto «indurito fino al giorno dell’Ascensione», quando hanno detto al Signore: «Adesso si farà la rivoluzione e viene il regno!». In realtà «non capivano niente». E «soltanto quando è venuto lo Spirito Santo, le cose sono cambiate».
Perciò, «chiediamo al Signore la grazia di avere un cuore docile: che lui ci salvi dalla schiavitù del cuore indurito» e «ci porti avanti in quella bella libertà dell’amore perfetto, la libertà dei figli di Dio, quella che soltanto può dare lo Spirito Santo».

Papa Francesco

Spirito Santo, torna a parlarci

Spirito Santo,
che riempivi di luce i Profeti
e accendevi parole di fuoco sulla loro bocca,
torna a parlarci con accenti di speranza.
Frantuma la corazza della nostra assuefazione all’esilio.
Ridestaci nel cuore nostalgie di patrie perdute.
Dissipa le nostre paure.
Scuotici dall’omertà.
Liberaci dalla tristezza di non saperci più indignare
per i soprusi consumati sui poveri.
E preservaci dalla tragedia di dover riconoscere
che le prime officine della violenza e della ingiustizia
sono ospitate nei nostri cuori.
Donaci la gioia di capire
che tu non parli solo dai microfoni delle nostre Chiese
e che nessuno può menar vanto di possederti.
E che, se i semi del Verbo sono diffusi in tutte le aiuole,
è anche vero che i tuoi gemiti
si esprimono nelle lacrime dei maomettani
e nelle verità dei buddisti,
negli amori degli indù
e nel sorriso degli idolatri,
nelle parole buone dei pagani
e nella rettitudine degli atei.

Don Tonino Bello

Risonanze e preghiere spontanee

Padre Nostro

Dacci un cuore nuovo

Vieni, o Spirito Santo,
e da’ a noi un cuore nuovo,
che ravvivi in noi tutti
i doni da Te ricevuti
con la gioia di essere Cristiani,
un cuore nuovo
sempre giovane e lieto.

Vieni, o Spirito Santo,
e da’ a noi un cuore puro,
allenato ad amare Dio,
un cuore puro,
che non conosca il male
se non per definirlo,
per combatterlo e per fuggirlo;
un cuore puro,
come quello di un fanciullo,
capace di entusiasmarsi
e di trepidare.

Vieni, o Spirito Santo,
e da’ a noi un cuore grande,
aperto alla Tua silenziosa
e potente parola ispiratrice,
e chiuso ad ogni meschina ambizione,
un cuore grande e forte ad amare tutti,
a tutti servire, con tutti soffrire;
un cuore grande, forte,
solo beato di palpitare col cuore di Dio.

Papa Paolo VI

Canto finale

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