Incontro 27 marzo 2022

Bari | 07 Mag 2022

Domenica 27 marzo sulla piattaforma Jitsi si è tenuto il nostro incontro di gruppo, al quale hanno preso parte Carlo (Foggia), Carmela (Bari), Emilia (Licata – AG), Fabrizio (Bari), Francesca (Foggia), Francesca (Ostuni – BR), Francesco (Troia – FG) e gli accompagnatori spirituali comboniani del gruppo padre Palmiro e suor Palmira.

Nella prima parte dell’incontro ci si è confrontati sul 2° capitolo dell’enciclica “Fratelli tutti”. Dopo la preghiera iniziale, ci siamo messi in ascolto della riflessione offertaci dai coniugi Carlo e Francesca. Le slide del loro intervento sono scaricabili a questo link.

Sono seguite le risonanze dei/delle partecipanti all’incontro, di seguito riportate.

• Mi provoca l’invito del Papa all’incontro, a gettare ponti, a tendere la mano, anche nei confronti di chi la pensa diversamente da noi, in modo da superare le divergenze. (Carlo)

• Il cristiano non è colui che si domanda quanto può guadagnarci, ma quanto è disposto a perderci; perderci dal punto di vista di parametri umani: tempo, energie psicofisiche, sperimentare l’ingratitudine, l’essere sfruttati fin quando conviene e poi essere accantonati quando non più utili, il constatare che il bene che fai viene dimenticato. Potremmo domandarci: si perde dal punto di vista dei parametri della vita terrena ma si guadagna dal punto di vista della vita eterna? Vedo un “guadagno” anche dal punto di vista della vita terrena:

1. rialzare chi è caduto, ridargli la possibilità di rimettersi in carreggiata: dice il Talmud “Chi salva una vita salva il mondo intero”;

2. animare la speranza nella gente;

3. essere testimoni, e la testimonianza – nel bene come nel male – alle volte è contagiosa;

4. instaurare relazioni significative che ti riscaldano il cuore. (Fabrizio)

• All’amore non importa la tua storia, la tua pelle, il tuo credo, ecc. Un giorno sono invitata io ad essere buona samaritana, un altro giorno possono essere gli altri ad essere buoni samaritani nei miei confronti. Tutto l’universo si abbraccia nel piccolo. Guardare la persona nella sua totalità, non solo nella sua fragilità. Necessità di guardare con uno sguardo limpido, con tenerezza e amore. (suor Palmira)

• Due caratteristiche intrinseche del cristiano:

1. missionarietà e amore: chi non ama, chi non si apre, chi rimane indifferente, rimane nella morte spirituale, psicologica, affettiva, sua e del fratello stesso. Solo attraverso Cristo è possibile passare dall’indifferenza alla cura. La via per influenzare le grandi catene di morte sono le scelte quotidiane. Nelle piccole cose possiamo dare un contributo importante.

2. Prossimità: non chiedersi chi è il mio prossimo, ma farsi prossimi, cercando di intercettare il bisogno innanzitutto di chi mi è accanto. Non dare risposte ai problemi da soli, ma assieme agli altri. (Emilia)

• Siamo fatti nella pienezza che si raggiunge solo nell’amore. Ci sono due tipi di persone nella parabola del buon samaritano: chi passa e chi si fa carico. La società ci fa vedere le cose con distacco (TV, social network, ecc.): ci “sconvolge” ma non ci “coinvolge”. Gesù ci dice di farci carico del dolore, di non limitarci a guardare, ma di coinvolgerci. Come? Don Tonino Bello ci dà come indicazione l’essere:

1. samaritano dell’ora prima: prevenire;

2. samaritano dell’ora giusta: primo soccorso;

3. samaritano dell’ora dopo: rimettere in carreggiata. (Francesco)

• I concetti di fatalismo e destino tendono a deresponsabilizzare, ad alimentare l’indifferenza. Mettersi in marcia, anche se in piccolo, è un segno. Stimolare una cultura degli sguardi, capaci di entrare in contatto con chi è davanti a me: in questo modo capiamo che la vita è un tempo di incontro che ci mette in contatto con gli altri. Superare una cultura dell’identità come “identitarismo”, passare dall’“io” al “noi”, farci prossimi gli uni degli altri. La parabola del buon samaritano è un progetto politico basato sui valori del superamento di confini, identità, distinzioni, andando ad accogliere e prendersi cura di chi ha bisogno. (padre Palmiro)

• Il cambiamento parte da ciascuno/a. La Chiesa è ciascuno/a. Il piccolo impegno vale. La differenza la fa ciascuno di noi, l’apporto di ciascuno/a è importante, contribuisce a cambiare la Chiesa, il mondo. (suor Palmira)

La seconda parte dell’incontro è stata dedicata alla condivisione sulle ministerialità portate avanti da ciascun componente del gruppo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.