Incontro 17 novembre 2018

Bari | 04 Dic 2018

IL LAICO (parte prima)

Preghiera per i laici e per le laiche
(san Giovanni Paolo II, Esortazione Apostolica “Christifideles Laici”)

O Vergine santissima,
Madre di Cristo e Madre della Chiesa,
[…] con te rendiamo grazie a Dio,
[…] per la splendida vocazione
e per la multiforme missione
dei fedeli laici, donne e uomini
chiamati per nome da Dio
a vivere in comunione di amore
e di santità con lui
e ad essere fraternamente uniti
nella grande famiglia dei figli di Dio,
mandati a irradiare la luce di Cristo
e a comunicare il fuoco dello Spirito
per mezzo della loro vita evangelica
in tutto il mondo.
Vergine del Magnificat,
riempi i loro cuori
di riconoscenza e di entusiasmo
per questa vocazione e per questa missione.
Tu che sei stata,
con umiltà e magnanimità,
«la serva del Signore»,
donaci la tua stessa disponibilità
per il servizio di Dio
e per la salvezza del mondo.
Apri i nostri cuori
alle immense prospettive
del Regno di Dio
e dell’annuncio del Vangelo
ad ogni creatura.
[…]
Vergine coraggiosa,
ispiraci forza d’animo
e fiducia in Dio,
perché sappiamo superare
tutti gli ostacoli che incontriamo
nel compimento della nostra missione.
Insegnaci a trattare le realtà del mondo
con vivo senso di responsabilità cristiana
e nella gioiosa speranza
della venuta del Regno di Dio,
dei nuovi cieli e della terra nuova.

Excursus storico sul laicato

• All’epoca di sant’Agostino non c’era distinzione tra le figure di “laico” e “chierico”: tutti i cristiani erano considerati corpo “mistico” di Cristo (Chiesa), strettamente legati al corpo “vero” di Cristo (Eucarestia).

• Nel Nuovo Testamento non troviamo il termine “laico”. Tutti coloro che seguono il Maestro sono testimoni chiamati ad annunciare la buona novella, senza alcuna distinzione di “ruoli”. Tra le figure di laici ricordiamo i martiri Stefano e Tarcisio, ma anche altre figure come Filemone, Sila, Aquila e Priscilla.

• Il termine “laico” emerge nell’anno 96 in una lettera di Clemente Romano ai Corinzi, nella quale si parla di distinzione di ruoli.

• Lo schema gerarchico “chierici – monaci – laici” emerge con la Pax costantiniana, cioè quando terminano le persecuzioni: nei periodi di buio si tende sempre a rimanere compatti, mentre con il sereno nascono le divisioni.

• Nel Medioevo i laici sono promotori degli ordini mendicanti.

• Sono i laici ad evangelizzare la Corea nel XVIII secolo; e sono sempre i laici a dare spunto a quello che sarà il Magistero Sociale della Chiesa.

• È con il Magistero Sociale della Chiesa che si comincia a parlare di fedeli laici. In diversi documenti del Concilio Vaticano si parla di laici (Lumen Gentium, Gaudium et Spes, Apostolicam Actuositatem).

Cosa vuole dire essere “laico”

• È colui che appartiene al popolo di Dio, che Cristo è venuto a radunare, che cammina nella sequela di Cristo, con tutto ciò che questo implica: questo lo accomuna ai ministri ordinati.

• I laici non sono utenti della Chiesa, ma sono la Chiesa, sotto la guida del papa e dei vescovi. Non sono delegati dei preti. Partecipano attivamente alla liturgia e alla missione della Chiesa con spirito regale, sacerdotale, profetico.

• Sono coinvolti nella vita ecclesiale vivendo e annunciando il Vangelo (compito di ogni cristiano).

• Tutti siamo investiti del sacerdozio “esistenziale”; alcuni esercitano poi il sacerdozio “ministeriale”. Sant’Agostino dice alla sua comunità “Per voi sono vescovo, con voi sono cristiano”. San Paolo dice che bisogna rendere il mondo un’Eucarestia, un’offerta gradita a Dio.

• Alcuni teologi (Martini, Vergottini) ritengono che si debba superare la dicotomia “chierici – laici”: vocazione comune a tutto il popolo di Dio è essere testimoni; ciascuno ha un ministero, un carisma da mettere a disposizione del mondo; anche i chierici sono chiamati ad “animare il mondo”.

• La sorgente di ogni vocazione cristiana è il battesimo.

• Il vero cristiano si distingue dalla carità verso Dio e verso il prossimo.

• La nostra fede si vive in comunità. Il Signore risorto lo vivo innanzitutto nell’atto liturgico dell’Eucarestia: ecco perché san Tommaso non vede Gesù la prima volta.

• Quando la predicazione ha una valenza “formale”, “pubblica”, occorre il mandato del vescovo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.