Incontro 10 luglio 2022

Bari | 09 Ago 2022

Domenica 10 luglio presso la Casa dei Missionari Comboniani di Bari si è tenuto il nostro incontro mensile di gruppo, al quale hanno preso parte Carlo (Foggia), Carmela (Bari), Emilia (Licata – AG, in collegamento online), Fabrizio (Bari), Francesca (Foggia), Francesca (Ostuni – BR), Francesco (Troia – FG), p. Palmiro (missionario comboniano), sr. Palmira (missionaria comboniana).

Nella prima parte dell’incontro, al mattino, ci si è confrontati sul 4° capitolo dell’enciclica “Fratelli tutti”. Dopo la preghiera iniziale, ci siamo messi in ascolto della riflessione offertaci da Francesca (Ostuni – BR). Le slide del suo intervento sono scaricabili a questo link.

Sono seguite le risonanze dei/delle partecipanti all’incontro, di seguito riportate.

• L’invito al dialogo interculturale paziente che il Papa fa in questo capitolo dell’enciclica lo sto sperimentando in questo periodo da un lato offrendo il mio contributo alla nascita della “Rete dei Popoli” della città in cui vivo, rete che vuole mettere insieme i gruppi delle varie nazionalità presenti in città per conoscersi, condividere, operare insieme per il dialogo interculturale, l’accoglienza, la mondialità; dall’altro cercando di sensibilizzare i suddetti gruppi, durante la Festa dei Popoli, all’utilizzo di stoviglie compostabili anziché quelle di plastica. (Fabrizio)

• Ultimamente ho vissuto l’esperienza della “cena dei popoli”: ad un ristretto numero di persone venivano servite una grande quantità di pietanze, mentre ad un restante elevato numero di persone veniva servita una piccola quantità di cibo; è stata un’esperienza con la quale si sono messe in evidenza le diseguaglianze nella distribuzione della ricchezza. L’Occidente ha causato la sofferenza dei popoli colonizzati: è necessario cambiare l’economia. (Carlo)

• La questione della fratellanza tocca il cuore di ciascuno/a, ci appartiene, fa parte del nostro essere interiore. Le azioni vere partono dal cuore, da quello che sentiamo dentro di noi, non nascono dal ragionamento. Il sentirsi fratelli nasce da qualcosa di più profondo. Metterci la vita intera per sentirci fratelli, perché le paure (condizionamenti esterni, insicurezze interne) non prendano il sopravvento. Siamo chiamati ad agire in prima persona, a prescindere dall’appartenenza a un gruppo. (Francesca – Foggia)

• Il tutto è più delle singole parti: la famiglia non è la somma di individui, ma contaminarsi reciprocamente; porta diversità che si forma e si scontra, ma che diventa unità. Il gruppo è incontro di ricchezze. Nella mia esperienza in Benin sono stata a contatto con 10 etnie diverse, c’è stata tanta contaminazione, arricchimento reciproco. Essere poveri è frutto della casualità, ma se ci si arricchisce sugli altri la povertà diventa scelta indotta. Siamo chiamati alla resistenza dal circolo affannoso della vita. (Carmela)

• Accogliere l’altro nel cuore, l’altro ha cittadinanza dentro di me, ha bisogno delle mie attenzioni (sguardo, vicinanza, consolazione, ecc.), mi sfida alla conversione del cuore, a non girarmi dall’altra parte. Nello stare accanto al povero, essere “con” loro, non “per” loro. Necessaria una conversione personale. (suor Palmira)

• Vivere il paese come una grande famiglia: è necessaria collaborazione proattiva. Quello che ci frena è la paura. Nell’approcciarsi all’immigrato non fermarsi all’apparenza, ma entrare nella sua storia. (Francesco)

• Non tutto può ricevere risposte e risolvere problemi, nell’attuazione delle soluzioni ci sono inevitabilmente dei difetti, ed è lì che dobbiamo intervenire per correggere e migliorare. Per dare risposte globali è necessario partire dal locale, dalla cultura della prossimità. Gestire grandi numeri di immigrati non va bene, come dice anche il Papa in questo capitolo. Per incidere sui fenomeni, necessaria l’accoglienza del cuore. (Emilia)

• Il professor Stefano Allievi dice che nella gestione del fenomeno migratorio o saremo tutti vincitori, o tutti vinti. Non si può parlare di paesi ricchi e paesi poveri localizzandoli geograficamente: c’è ricchezza e povertà in tutti i paesi del mondo. Dinanzi a un mondo squilibrato è necessario integrarsi, la reciprocità. L’altro è condizione della mia esistenza, per la mia identità e per la mia sopravvivenza (nell’infanzia come nell’anzianità e nella malattia). Non ideologizzare l’alterità. Vivere la dimensione della “glocalizzazione”: piedi radicati nella propria identità, ma testa immersa nel mondo. (padre Palmiro)

Dopo la condivisione del pranzo, la seconda parte dell’incontro, nel pomeriggio, è stata dedicata alla valutazione del cammino di gruppo 2021-2022 e alla raccolta di proposte per il prosieguo del cammino.

L’incontro si è concluso con la celebrazione della Messa.

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