La casa si riempì della fragranza di profumo


Vitalità, creatività, energia, affettività, trascendenza: 5 essenze che parlano e ci parlano di adolescenza e giovinezza, una stagione del ciclo vitale carica di futuro e bellezza.
Da quest’anno la nostra “casa comunitaria” si è aperta a questa fragranza di profumo che emanano tante ragazze e ragazzi del nostro tempo. Come famiglia comboniana abbiamo intrapreso il nostro viaggio missionario desiderosi di scoprire, conoscere e incontrare una porzione piccola ma significativa della realtà giovanile. Abbiamo iniziato un percorso che proponiamo ad adolescenti e giovani interessati a riflettere sulla vita, e su quanto di bello c’è in essa e da essa emana.
Il percorso è composto di tre aspetti: umano, spirituale e storico.
Ci regaliamo un tempo per approfondire queste dimensioni della nostra vita.
La dimensione umana: conoscere se stessi/e, soprattutto le proprie fragilità per arrivare poi a vedere le potenzialità, spesso nascoste, della propria personalità, attraverso semplici strumenti come esercizi di autoconoscenza, lavori di gruppo, momenti personali di incontro con se stessi.
La dimensione spirituale: è una spiritualità che ci libera dagli idoli (le false immagini di Dio) e ci colloca con semplicità ai bordi della strada, quella attraversata ancora una volta da Gesù. Sperimentare la tenerezza e la misericordia di Dio nella propria vita ci rimette in piedi per continuare a camminare accanto a chi soffre.
La dimensione storica: leggere criticamente la realtà. Partendo da una crescita umana e spirituale siamo spinti alla ricerca di strutture sociali, politiche ed economiche più umane come annuncio e manifestazione del Regno di Dio nella storia. Questo comporta un impegno a collocare la propria vita a servizio del Regno.
Abbiamo iniziato il nostro percorso a Dicembre, incontrandoci una domenica al mese. In quest’avventura ci siamo imbattuti con lentezza e pazienza ad esplorare il nostro territorio (la nostra personalità), abbiamo analizzato alcune caratteristiche nelle quali ci siamo riconosciuti e che ci appartengono, consentendoci di cogliere i movimenti del nostro cuore con familiarità, altre volte con paura. Il viaggio che abbiamo intrapreso porta con sé la bellezza dello stupore, della meraviglia ma anche la fatica di scoprire aspetti di noi che non amiamo. Durante il viaggio ci sono le soste che ci permettono di riprendere fiato e ci ridanno l’energia e la forza di camminare con coraggio. Abbiamo posato lo sguardo sulle nostre qualità e sulla bellezza della nostra vita guardandoci con occhi positivi, benevoli, fiduciosi e teneri. Abbiamo scoperto che non siamo viaggiatori solitari, ma che tante altre e altri fanno la strada insieme a noi; con alcuni/e stringiamo legami di amicizia, questa buona bevanda che ci disseta ma che qualche volta è carica di delusioni e tradimenti. Ci siamo avvicinati alla Parola che libera e dà vita, incontrando Gesù di Nazaret compagno e amico che condivide insieme a noi un pezzo di strada. Ci siamo inoltrati alla scoperta di alcune realtà e paesi del sud del mondo, un incontro che allarga i nostri orizzonti e ci apre a nuove visioni della vita.

Domenica 13 aprile “Profuma la vita”

Mentre Gesù si trovava a Betania, in casa di Simone il lebbroso, gli si avvicinò una donna con un vaso di alabastro di olio profumato molto prezioso, e glielo versò sul capo mentre stava a mensa. I discepoli vedendo ciò si sdegnarono e dissero: “Perché questo spreco? Lo si poteva vendere a caro prezzo per darlo ai poveri!”. Ma Gesù, accortosene, disse loro: “Perché infastidite questa donna? Essa ha compiuto un’azione buona verso di me. I poveri, infatti, li avete sempre con voi, me, invece, non sempre mi avete. Versando questo olio sul mio corpo, lo ha fatto in vista della mia sepoltura. In verità vi dico: dovunque sarà predicato questo vangelo, nel mondo intero, sarà detto anche ciò che essa ha fatto, in ricordo di lei”. (Mt 26,6-13)

Abiteremo una casa, “La casa di Betania” dove vogliamo rimanere sdraiati su un comodo divano così come amiamo fare nel tempo gratuito, così connessi dentro una realtà, la nostra realtà fatta anche di Facebook, WhatsApp, Instagram. Nel nostro tempo desideriamo fare spazio ai nostri desideri d’incontri, di storie, di immagini, di aforismi, di musica, che a volte ci regalano delle emozioni altre volte ci lasciano distratti. La casa dove a volte sbadatamente abitiamo, dove passa la vita, dove evaporano odori, la rabbia, il dolore, l’amarezza, la delusione, la paura, la solitudine, la gioia, l’allegria, la tenerezza, l’affetto, l’amore, profumi a noi cari. Una storia, un’amicizia, una relazione profonda dei corpi che si incontrano… Una donna che nella sua naturale capacità di accogliere scorge il profumo di un uomo straordinario Gesù che lascia ovunque passi una traccia di Lui. Un intuito vitale, un incontro non virtuale, non arido e vuoto, ma coinvolgimento dei sensi, dei sentimenti, del corpo, della gestualità; amore in presa diretta, che accetta anche di essere frainteso.
Gesù definisce il gesto della donna come «azione bella» (kalòn èrgon), non come «azione buona» secondo la traduzione italiana anche recente, cioè un’azione in cui la persona si esprime in totalità e pienezza, nella sua intenzionalità profonda, senza recita alcuna. In quest’incontro desideriamo donarvi un profumo, un’essenza che sa di vita. Esperti delle connessioni virtuali, esploratori di sistemi operativi sempre più avanzati forse stiamo allentando quella connessione che ci unisce alla vita…
Resettiamo e ripartiamo per riconnetterci alla vita, per ritrovarne il profumo e il piacere del suo movimento.
Affondare i denti nella polpa succosa di una pesca matura, assaporare un bacio morbido ed umido dal nostro amore, sentire il profumo della terra dopo la pioggia, perdersi nei colori sublimi di un tramonto sul mare. Il sapore, la consistenza, il profumo, la musica, una sensazione, un’emozione… ristabilire il vincolo con la sacralità della vita.

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