Incontro (Skype) 18 aprile 2020

Bari | 28 Apr 2020

Momento di preghiera iniziale

I versi della Pasqua…

Comincia un’era nuova:

l’uomo riconciliato nella nuova alleanza sancita dal tuo sangue
ha dinanzi a sé la via. […]

L’offesa del mondo è stata immane.
Infinitamente più grande è stato il tuo amore.
Noi con amore ti chiediamo amore.

Amen.

(da La Passione, Mario Luzi)

[…] Chi ci darà coraggio? Dov’è la nostra speranza?
Alto si leva il lamento sopra le nostre vie.
Patria dell’uomo è l’uomo e noi siamo tutti in esilio.
Ma tu ci hai creati una volta, Signore, tu puoi crearci di nuovo.
Spezza il cuore di pietra, dacci un cuore di carne.

(da Echi finali, Margherita Guidacci)

Forse per noi, che non abbiam che pane,
forse più bella è la tua Santa Pasqua,
o Gesù nostro, e la tua mite frasca
si spande, oliva, nelle stanze quadre. […]

Semplice vita, alle nostre domande
tu ci rispondi: Su coraggio, andate!
Noi t’ubbidiamo; e questa povertà
non ha bisogno più d’altre vivande.

(da La Pasqua dei poveri, Carlo Betocchi)

Lettore/Lettrice 1: dalle lettere di padre Ezechiele Ramin – Cacoal, 5 aprile 1985, Venerdì Santo

Fermiamoci un poco, perché stiamo davanti a un uomo che sta morendo. Quante cose potremmo dire sopra questa morte! Ma parlare della morte è svuotare la vita concreta di Cristo, di Gesù di Nazareth. Perché soltanto la morte dovrebbe avere valore redentore? Forse che tutta la vita di Gesù non fu ugualmente liberatrice? Non mostrò egli, effettivamente, che cosa è redenzione nella vita che condusse, nel modo in cui si comportò nelle varie situazioni e nella maniera di affrontare la morte? […] Mi dispiace che la morte di Cristo non sia vista come conseguenza della sua vita, ma come un fatto predeterminato, indipendente dalle decisioni degli uomini, dal rifiuto dei giudei, dalla condanna di Pilato.

Pare che Dio trovi gioia e soddisfazione nella violenta e sanguinante morte di croce del proprio Figlio. Morte espiatrice, soddisfattoria, come forma adatta a stabilire il diritto e la giustizia. Diritto e giustizia di chi?

Guardate, fratelli, i ladroni crocifissi con Cristo, per vedere l’altra realtà. […] Chi ruba una barca è pirata, chi ruba un’armata è imperatore. Chi ruba terre è onorato latifondista, proprietario, commerciante; chi occupa un pezzetto di terra per sopravvivere è ladro; mentre questi sottrae un palmo di suolo e resta soggetto a vivere in continuo rischio e pericolo di morte, i grandi rubano senza timore e senza pericolo. Se i poveri rubano sono impiccati; ma se sono i ricchi a rubare… essi rubano e impiccano. […]

Soltanto il buon ladrone entra in Paradiso, mentre per gli altri valgono quelle parole di Cristo: «Chi non entra per la porta è ladro due volte» (Gv 10,1). Poiché colui che non entra attraverso la porta, che è Gesù, è già ladro e rimane nella notte: questa è la vera morte senza resurrezione. […]

La croce è la solidarietà di Dio, che assume il cammino e il dolore umano, non per renderlo eterno ma per sopprimerlo. La maniera con cui vuole sopprimerlo non è attraverso la forza né con il dominio, ma per la via dell’amore. Cristo predicò e visse questa nuova dimensione. La paura della morte non lo fece desistere dal suo progetto di amore. L’amore è più forte della morte. […]

Lettore/Lettrice 2: dal Messaggio di Pasqua del Consiglio Generale dei Missionari Comboniani, 6 aprile 2020

Carissimi,

il Signore risorto che vince la morte, illumini la nostra vita e riempia di gioia i nostri cuori.

Quest’anno 2020 abbiamo vissuto la Quaresima in un clima di pandemia per il coronavirus che si propaga sempre più in quasi tutti i paesi del mondo. Celebreremo la Pasqua di Resurrezione ancora in questo clima di pandemia. […]

In questo clima di incertezza e di sofferenza ci sentiamo un po’ come Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salome che si recano di buon mattino al sepolcro chiedendosi: Chi ci rotolerà via il masso dall’ingresso del sepolcro? (Mc 16,3). Nessuno infatti è capace di rotolare via la pietra che ci rinchiude nei nostri sepolcri, nelle nostre paure e resistenze. Ma, guardando, videro che il masso era già stato rotolato via, benché fosse molto grande (Mc 16,4). Adesso, il sigillo della morte è stato rotto dall’interno.

In questo tempo di pandemia anche noi siamo chiamati a “guardare” e a riconoscere la presenza del Risorto in mezzo a noi. Dio cammina con noi e soffre con noi e in Cristo Gesù, ci invita a camminare con lui sulla via che, passando dalla croce, ci conduce all’alba di un nuovo giorno. L’ultima parola di Dio per l’umanità è vita, la vita che ci ha donato in Cristo Gesù che ha assunto su di sé la nostra morte e l’ha vinta uscendo vincitore dal sepolcro.

Come il nostro Padre e Fondatore, San Daniele Comboni, siamo certi che Dio non ritira il suo favore per l’umanità tutta intera ed è fedele in eterno. Lui ha inviato suo Figlio per darci “la vita e la vita in abbondanza” (Gv 10,10). […]

Risonanze, preghiere e condivisioni

Preghiera: dal Sussidio della Via Crucis in sette passi “Perché tu hai cura di noi” – Arcidiocesi di Bari-Bitonto

Signore Gesù, al termine del cammino

che attraverso la notte del tuo dolore

ci ha condotti alla luce

del giorno nuovo ed eterno,

facci vincere tutto ciò

che ci trattiene al di qua della tua luce.

Dacci lo sguardo di chi sa vedere, al di là,

l’invisibile disegno di un mondo in pace

e di un’umanità riconciliata.

Dacci cuore e mani coraggiosi,

disposti a operare per esso,

rendici giorno per giorno

testimoni credibili del tuo amore.

Solo così diremo a tutti che tu sei risorto

e terremo viva la speranza della terra.

Amen.

Proiezione del filmato (ambientato in Sud Sudan): Life is sweet – Niccolò Fabi, Daniele Silvestri, Max Gazzè

Disteso sul fianco passo il tempo, passo il tempo

Fra intervalli di tempo e terra rossa.

Cambiando, cambiando prospettive

Cerco di capire il verso giusto,

Il giusto slancio per ripartire

Questa partenza è la mia fortuna

Un orizzonte che si avvicina

Sotto il mio camion c’è la mia cucina

E intanto aspetto, aspetto, aspetto…

Che il fango liberi le mie ruote

Che la pianura calmi la paura

Che il giorno liberi la nostra notte

Tutti insieme, tutti insieme

Ma tutti insieme siamo tanti, siamo distanti

Siamo fragili macchine che non osano andare più avanti

Siamo vicini ma completamente fermi

Siamo i famosi istanti divenuti eterni

E continuare per questi pochi chilometri sempre pieni di ostacoli

E baratri da oltrepassare sapendo già

Che fra un attimo ci dovremo di nuovo fermare

Da qui passeranno tutti o non passerà nessuno

Con le scarpe nelle mani, in fila ad uno ad uno

Da qui passeranno tutti fino a quando c’è qualcuno

Perché l’ultimo che passa vale come il primo

Life is sweet!

Un ponte lascia passare le persone

Un ponte collega i modi di pensare

Un ponte chiedo solamente

Un ponte per andare, andare, andare

E non bastava già questa miseria

Alzarsi e non avere prospettiva

E le punture quando viene sera

E la paura, la paura

La paura che ci arresta che ci tempesta

Non insetti che volano ma proiettili sopra la testa

È una puntura ma direi che è un po’ diversa

La cura c’è ma l’aria non è più la stessa

E continuare non è soltanto una scelta

Ma è la mia sola rivolta possibile

Senza dimenticare che dopo pochi chilometri

Ci dovremo di nuovo fermare

Da qui passeranno tutti o non passerà nessuno

Con le scarpe nelle mani, in fila ad uno ad uno

Da qui passeranno tutti fino a quando c’è qualcuno

Perché l’ultimo che passa vale come il primo

Life is sweet!

A prescindere dal tempo che è un concetto qui inutilizzabile

Mi basterebbe avere un posto giusto da raggiungere

Da qui passeranno tutti fino a quando c’è qualcuno

Perché l’ultimo che passa vale come il primo

Life is sweet!

(Don’t you think the life is just so sweet?) but I say

Life is sweet!

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