IL PROFETA AMOS
La ricchezza chiude il cuore
Canto
Introduzione
“Non ero profeta né figlio di profeta; ero un mandriano e coltivavo piante di sicomoro. Il Signore mi prese, mi chiamò mentre seguivo il gregge. Il Signore mi disse: Va’, profetizza al mio popolo Israele” (Am 7,14-15).
Preghiera iniziale
Padre onnipotente e santo, da
cui proviene ogni dono perfetto, tu che chiami ogni uomo alla vita e
lo rendi partecipe della tua benedizione, tu che hai donato al tuo
popolo i profeti, come testimoni viventi della tua parola che salva,
rendi anche noi annunciatori della tua verità.
Figli del nostro
tempo, chiamati a misurarci con la situazione attuale, fa’ che
anche noi compiamo la nostra missione, con umiltà e con fermezza,
con coraggio e con generosità, senza paura di contestare ciò che la
tua santità non può accettare e senza paura di essere contestati a
causa del tuo nome.
Aiutaci a guardare alla vita come a una
vocazione, a capire che la tua grazia sta alla base di ogni cosa e
che la felicità del cuore non è separabile dalla santità della
vita.
Lo chiediamo a te, o Padre, che con il Figlio e lo Spirito
santo vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.
Salmo 15 (a cori alterni uomini e donne)
Signore,
chi abiterà nella tua tenda?
Chi dimorerà sul tuo santo
monte?
Colui che cammina senza colpa,
agisce con giustizia
e parla lealmente,
non
dice calunnia con la lingua,
non fa danno al suo prossimo
e
non lancia insulto al suo vicino.
Ai
suoi occhi è spregevole il malvagio,
ma onora chi teme il
Signore.
Anche
se giura a suo danno, non cambia;
presta denaro senza fare
usura,
e non accetta doni contro l’innocente.
Colui
che agisce in questo modo
resterà saldo per sempre.
Gloria al Padre…
Lettura
DAL DISCORSO DI PAPA FRANCESCO IN OCCASIONE DELL’UDIENZA A UNA DELEGAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE DI DIRITTO PENALE IL 23/10/2014
Circa il delitto di corruzione
La
scandalosa concentrazione della ricchezza globale è possibile a
causa della connivenza di responsabili della cosa pubblica con i
poteri forti. La corruzione è essa stessa anche un processo di
morte: quando la vita muore, c’è corruzione.
Ci sono poche
cose più difficili che aprire una breccia in un cuore corrotto:
«Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso
Dio» (Lc 12,21). Quando la situazione personale del corrotto diventa
complicata, egli conosce tutte le scappatoie per sfuggirvi come fece
l’amministratore disonesto del Vangelo (cfr Lc
16,1-8).
Il
corrotto attraversa la vita con le scorciatoie dell’opportunismo,
con l’aria di chi dice: “Non sono stato io”, arrivando a
interiorizzare la sua maschera di uomo onesto. È un processo di
interiorizzazione. Il corrotto non può accettare la critica,
squalifica chi la fa, cerca di sminuire qualsiasi autorità morale
che possa metterlo in discussione, non valorizza gli altri e attacca
con l’insulto chiunque pensa in modo diverso. Se i rapporti di
forza lo permettono, perseguita chiunque lo contraddica.
La
corruzione si esprime in un’atmosfera di trionfalismo perché il
corrotto si crede un vincitore. In quell’ambiente si pavoneggia per
sminuire gli altri. Il corrotto non conosce la fraternità o
l’amicizia, ma la complicità e l’inimicizia. Il corrotto non
percepisce la sua corruzione. Accade un po’ quello che succede con
l’alito cattivo: difficilmente chi lo ha se ne accorge; sono gli
altri ad accorgersene e glielo devono dire. Per tale motivo
difficilmente il corrotto potrà uscire dal suo stato per interno
rimorso della coscienza. La corruzione è un male più grande del
peccato. Più che perdonato, questo male deve essere curato.
La
corruzione è diventata naturale, al punto da arrivare a costituire
uno stato personale e sociale legato al costume, una pratica abituale
nelle transazioni commerciali e finanziarie, negli appalti pubblici,
in ogni negoziazione che coinvolga agenti dello Stato. È la vittoria
delle apparenze sulla realtà e della sfacciataggine impudica sulla
discrezione onorevole.
Tuttavia, il Signore non si stanca di
bussare alle porte dei corrotti. La corruzione non può nulla contro
la speranza.
Preghiera
Signore
Iddio,
la tua parola ci interroga
sugli idoli del nostro
tempo,
che non chiamiamo «dèi»,
ma a cui prestiamo
culto, energie, finanze, tempo.
Ti preghiamo, apri i nostri
occhi,
e mostraci le sbarre che ci circondano.
Apri le
nostre orecchie,
e facci sentire le lodi suadenti a cui
prestiamo ascolto.
Dà sensibilità ai nostri corpi,
e
facci percepire il peso delle catene che ci vincolano.
Rammentaci
ogni giorno che la tua parola di libertà
non è stata solo
rivolta ai nostri padri ed alle nostre madri,
ma può risuonare
anche per noi.
Spirito del Signore,
donami la sapienza di
discernere
ciò che è giusto e ciò che è sbagliato,
donami
il coraggio di lottare
per l’affermazione del diritto,
donami
l’attenzione
per chi ha bisogno del mio sostegno
e della
mia solidarietà,
donami l’umiltà di accettare
le
conseguenze dei miei errori.
Ti prego affinché possa evitare di
strumentalizzare
il santo nome di Cristo
per i miei fini o
per le mie convinzioni.
Amen.
Risonanze
Conclusione
Ascolta Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è Uno. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le tue forze.
Queste parole che oggi ti do, ti staranno nel cuore; le insegnerai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto nella tua casa, quando camminerai per la via, quando ti coricherai e quando ti alzerai.
Canto finale