Incontro 27 aprile 2019

Bari | 01 Giu 2019

IN ASCOLTO DI ALCUNI TESTIMONI

Preghiera
(Maria, donna del terzo giorno – don Tonino Bello)

Santa Maria, donna del terzo giorno, destaci dal sonno della roccia. E l’annuncio che è Pasqua pure per noi, vieni a portarcelo tu, nel cuore della notte.
Non aspettare i chiarori dell’alba. Non attendere che le donne vengano con gli unguenti. Vieni prima tu, coi riflessi del Risorto negli occhi e con i profumi della tua testimonianza diretta.
Quando le altre Marie arriveranno nel giardino, con i piedi umidi di rugiada, ci trovino già desti e sappiano di essere state precedute da te, l’unica spettatrice del duello tra la vita e la morte. La nostra non è mancanza di fiducia nelle loro parole. Ma ci sentiamo così addosso i tentacoli della morte, che la loro testimonianza non ci basta. Esse hanno visto, sì, il trionfo del vincitore. Ma non hanno sperimentato la sconfitta dell’avversario. Solo tu ci puoi assicurare che la morte è stata uccisa davvero, perché l’hai vista esanime a terra.
Santa Maria, donna del terzo giorno, donaci la certezza che, nonostante tutto, la morte non avrà più presa su di noi. Che le ingiustizie dei popoli hanno i giorni contati. Che i bagliori delle guerre si stanno riducendo a luci crepuscolari. Che le sofferenze dei poveri sono giunte agli ultimi rantoli. Che la fame, il razzismo, la droga sono il riporto di vecchie contabilità fallimentari. Che la noia, la solitudine, la malattia sono gli arretrati dovuti ad antiche gestioni. E che, finalmente, le lacrime di tutte le vittime delle violenze e del dolore saranno presto prosciugate come la brina dal sole della primavera.
Santa Maria, donna del terzo giorno, strappaci dal volto il sudario della disperazione e arrotola per sempre, in un angolo, le bende del nostro peccato. A dispetto della mancanza di lavoro, di case, di pane, confortaci col vino nuovo della gioia e con gli azzimi pasquali della solidarietà.
Donaci un po’ di pace. Impediscici di intingere il boccone traditore nel piatto delle erbe amare. Liberaci dal bacio della vigliaccheria. Preservaci dall’egoismo. E regalaci la speranza che, quando verrà il momento della sfida decisiva, anche per noi come per Gesù, tu possa essere l’arbitra che, il terzo giorno, omologherà finalmente la nostra vittoria.

Testimonianza
(Christophe e Carmela, LMC in missione in Benin)

L’incontro tra diversi popoli e l’incontro con l’altro sono una prerogativa dei laici, partenti o restanti.

È fondamentale vivere sul territorio, impegnarsi.

Non bisogna partire per fare chissà che, ma essere disposti all’incontro con lo scambio.

Nel disordine c’è vita. Bisogna credere, osare, accettare le porte chiuse.

Differenza tra una coppia di laici sposati e religiosi singoli: nel primo caso si è una famiglia tra le famiglie, e lo sguardo della gente cambia, c’è una maggiore condivisione.

Missione: aprire i tuoi orizzonti, andare oltre il tuo naso.

Vedere l’altro con le sue potenzialità, non come oggetto di carità.

Avere la capacità di vivere nella povertà.

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