Incontro 25 marzo 2017

Bari | 06 Mag 2017

L’apostolato dei laici (Ad Gentes 21)

21. La Chiesa non si può considerare realmente fondata, non vive in maniera piena, non è segno perfetto della presenza di Cristo tra gli uomini, se alla gerarchia non si affianca e collabora un laicato autentico. Non può infatti il Vangelo penetrare ben addentro nella mentalità, nel costume, nell’attività di un popolo, se manca la presenza dinamica dei laici. Perciò, fin dal periodo di fondazione di una Chiesa, bisogna dedicare ogni cura alla formazione di un maturo laicato cristiano.
La ragione è che i fedeli laici appartengono insieme al popolo di Dio e alla società civile. Appartengono anzitutto alla propria nazione, perché vi son nati, perché con la educazione han cominciato a partecipare al suo patrimonio culturale, perché alla sua vita si rannodano nella trama multiforme delle relazioni sociali, perché al suo sviluppo cooperano e danno un personale contributo con la loro professione, perché i suoi problemi essi sentono come loro problemi e come tali si sforzano di risolverli. Ma essi appartengono anche a Cristo, in quanto nella Chiesa sono stati rigenerati attraverso la fede e il battesimo, affinché, rinnovati nella vita e nell’opera, siano di Cristo, ed in Cristo tutto a Dio sia sottoposto, e finalmente Dio sia tutto in tutti.
Principale loro compito, siano essi uomini o donne, è la testimonianza a Cristo, che devono rendere, con la vita e con la parola, nella famiglia, nel gruppo sociale cui appartengono e nell’ambito della professione che esercitano. In essi deve realmente apparire l’uomo nuovo, che è stato creato secondo Dio in giustizia e santità della verità. Questa vita nuova debbono esprimerla nell’ambito della società e della cultura della propria patria, e nel rispetto delle tradizioni nazionali. Debbono perciò conoscere questa cultura, purificarla, conservarla e svilupparla in armonia con le nuove condizioni, e infine perfezionarla in Cristo, affinché la fede di Cristo e la vita della Chiesa non siano già elementi estranei alla società in cui vivono, ma comincino a penetrarla ed a trasformarla. I laici si sentano uniti ai loro concittadini da sincero amore, rivelando con il loro comportamento quel vincolo assolutamente nuovo di unità e di solidarietà universale, che attingono dal mistero del Cristo. Diffondano anche la fede di Cristo tra coloro a cui li legano vincoli sociali e professionali: questo obbligo è reso più urgente dal fatto che moltissimi uomini non possono né ascoltare il Vangelo né conoscere Cristo se non per mezzo di laici che siano loro vicini. Anzi, laddove è possibile, i laici siano pronti a cooperare ancora più direttamente con la gerarchia, svolgendo missioni speciali per annunziare il Vangelo e divulgare l’insegnamento cristiano: daranno così vigore alla Chiesa che nasce.
I ministri della Chiesa da parte loro abbiano grande stima dell’attività apostolica dei laici: li educhino a quel senso di responsabilità che li impegna, in quanto membra di Cristo, dinanzi a tutti gli uomini; diano loro una conoscenza approfondita del mistero del Cristo, insegnino loro i metodi di azione pastorale e li aiutino nelle difficoltà, secondo lo spirito della costituzione Lumen gentium e del decreto Apostolicam actuositatem.
Nel pieno rispetto dunque delle funzioni e responsabilità specifiche dei pastori e dei laici, la giovane Chiesa tutta intera renda a Cristo una testimonianza unanime, viva e ferma, divenendo così segno luminoso di quella salvezza che a noi è venuta nel Cristo.

Spunti di riflessione

Domande

Parole che non comprendo

Riflessioni di padre Ottavio durante l’incontro

– La Chiesa sono tutti i battezzati.

– I laici appartengono:

a) al Popolo di Dio;

b) alla società civile.

– Il laico missionario sente di appartenere:

a) a Dio;

b) al mondo.

– Il laico missionario ha una particolare attenzione:

a) alla mondialità (i primi evangelizzati infatti non sono gli apostoli, ma i discepoli che si diffondono nelle varie parti del mondo);

b) alla condivisione (per inserirsi nel mondo perché si realizzi il sogno di Dio).

– Gesù vince le tentazioni con la Parola.

– Il segreto del successo è dare colpi nella stessa direzione: così “si sfonda”!

– Senza di te, l’oceano avrebbe una goccia in meno!

Corrispondenza dalla Missione

Dalla Repubblica Centrafricana

Mbi bala ala (“io saluto voi”, in lingua sango)…
Anche qui è cominciata la Quaresima… tempo di preghiera!
Ascoltando i racconti dei Missionari Comboniani uno dei problemi della Repubblica Centrafricana è non esistere!!! Non passa sui telegiornali, si confonde con il Congo o si pensa sia una TERRA non ben precisata dell’Africa; invece esiste ed è una TERRA con dei confini e una storia. Quando me ne hanno parlato, anche io ho dovuto cercarla sull’atlante, perché non sapevo della sua esistenza; sembra strano ma nel mondo globalizzato e ultra tecnologico scopriamo in CIELO nuovi pianeti simili alla TERRA, ma sulla TERRA ci sono angoli di CIELO ignorati! Come fossimo SOTTOSOPRA, guardiamo il CIELO e ci dimentichiamo della TERRA.
Per 2 domeniche con p. Gabriele sono andato a messa nel convento delle Suore Benedettine celebrata in lingua sango, e come si poteva immaginare è stata una festa con tamburi, chitarre, suoni, quasi un concerto, ma la PREGHIERA del Padre Nostro è cantata senza strumenti, senza battiti di mani, quasi stona in mezzo a tutto il resto; assomiglia molto a un lamento, a una supplica accorata di un popolo che abita questa TERRA che non vuole essere dimenticato dal Padre che sta in CIELO… un grido da SOTTO a SOPRA… e un pane che scende da SOPRA a SOTTO…
Nella prima domenica di Quaresima, invece, sono andato a messa nella cattedrale di Bangui, dove Papa Francesco ha aperto la Porta Santa del Giubileo della Misericordia; anche qui il CIELO (soffitto) e la TERRA (pavimento) hanno lo stesso colore… quasi in segno di UNITÀ… rosso TERRA d’Africa!!! La cattedrale è senza quadri, senza oro, senza dipinti, senza sfarzi, molto sobria; la casa del CIELO come le case della TERRA, costruita con l’argilla rossa, in segno di comunione tra TERRA e CIELO.
Anche qui domani è la festa delle donne… sul prato davanti alla cattedrale hanno allestito degli stand (che mi dicono rimarranno per un po’ di giorni), per sensibilizzare sulla condizione della donna in Repubblica Centrafricana; anche loro chiedono di non essere dimenticate in questa TERRA, dove perfino la luna cresce SOTTOSOPRA.

Un saluto, un abbraccio, un bacio, una preghiera e un GRAZIE… (in particolare alle donne per la giornata di domani).

Simone

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