IL DIALOGO FA CRESCERE: PROFONDE RELAZIONI
Canto iniziale: Cantiamo questo giorno
Tutta la notte… e poi
una strofa ciascuno, l’ultima la leggiamo tutti insieme; ogni due strofe cantiamo il seguente ritornello:
So che il Signor ha un cammino per noi
So che il Signor ha un cammino per noi
Se con Cristo noi vivrem ogni male vincerem
So che il Signor ha un cammino per noi.
Eccoci, Signore, davanti a te,
col fiato grosso, dopo aver tanto camminato.
Ma se ci sentiamo sfiniti,
non è perché abbiamo percorso un lungo tragitto,
o abbiamo coperto chi sa quali interminabili rettilinei.
È perché, purtroppo, molti passi,
li abbiamo consumati sulle viottole nostre,
e non sulle tue:
seguendo i tracciati involuti
della nostra caparbietà faccendiera,
e non le indicazioni della tua Parola;
confidando sulla riuscita delle nostre estenuanti manovre,
e non sui moduli semplici dell’abbandono fiducioso in te.
Forse mai come in questo crepuscolo dell’anno,
sentiamo nostre le parole di Pietro:
«Abbiamo faticato tutta la notte, e non abbiamo preso nulla».
Ad ogni modo, vogliamo ringraziarti ugualmente.
Perché, facendoci contemplare la povertà del raccolto,
ci aiuti a capire che senza di te non possiamo far nulla.
Ci agitiamo soltanto.
Grazie, perché obbligandoci a prendere atto
dei nostri bilanci deficitari,
ci fai comprendere che, se non sei tu che costruisci la casa,
invano vi faticano i costruttori.
E che, se tu non custodisci la città,
invano veglia il custode.
E che alzarsi di buon mattino, come facciamo noi,
o andare tardi a riposare
per assolvere ai mille impegni giornalieri,
o mangiare pane di sudore
come ci succede ormai spesso,
non è un investimento redditizio se ci manchi tu.
Il salmo 127, avvertendoci che il pane
tu ai tuoi amici lo dai nel sonno,
ci rivela la più incredibile legge economica,
che lega il minimo sforzo al massimo rendimento.
Ma bisogna esserti amici.
Bisogna godere della tua comunione.
Bisogna vivere una vita interiore profonda.
Se no, il nostro è solo un tragico sussulto
di smanie operative, forse anche intelligenti,
ma assolutamente sterili sul piano spirituale.
Grazie, Signore, perché,
se ci fai sperimentare la povertà della mietitura
e ci fai vivere con dolore il tempo delle vacche magre,
tu dimostri di volerci veramente bene,
poiché ci distogli dalle nostre presunzioni
corrose dal tarlo dell’efficientismo,
raffreni i nostri desideri di onnipotenza,
e non ci esponi al ridicolo di fronte alla storia:
anzi, di fronte alla cronaca.
(Tonino Bello, Parole d’amore)
“Preghiera semplice” della famiglia
Signore,
fa’ della
nostra famiglia
uno strumento
della tua
pace:
dove prevale
l’egoismo, che
portiamo amore,
dove
domina la
violenza, che
portiamo
tolleranza,
dove
scoppia la
vendetta, che
portiamo
riconciliazione,
dove
serpeggia la
discordia, che
portiamo
comunione,
dove
regna l’idolo
del denaro,
che portiamo
libertà dalle
cose,
dove c’è
scoraggiamento, che
portiamo fiducia,
dove
c’è sofferenza,
che portiamo
consolazione,
dove
c’è solitudine,
che portiamo
compagnia,
dove
c’è
tristezza, che
portiamo gioia,
dove c’è
disperazione, che
portiamo speranza.
O Maestro, fa’ che la nostra famiglia
non
cerchi tanto
di accumulare,
quanto di
donare,
non
si accontenti
di godere
da sola
ma sappia
condividere.
Perché
c’è più
gioia nel
dare che
nel ricevere,
nel
perdonare che
nel prevalere,
nel
servire che
nel dominare.
Così
costruiremo insieme
una società
solidale e
fraterna.
Amen.
Riflessioni personali e risonanze
Canto: Benedictus
Preghiera della famiglia
Fa’
o Signore
che nella
nostra casa,
quando
si parla,
sempre ci
si guardi
negli occhi.
Non
si sia
mai soli
o nell’indifferenza
o nella
noia;
i problemi
degli altri
non siano
sconosciuti o
ignorati;
chi
abbia bisogno
possa entrare
e sia
il benvenuto.
Il
lavoro sia
importante,
ma non
più importante
della gioia;
il
cibo sia
il momento
di gioia
insieme e
di parola;
il
riposo sia
la pace
del cuore
oltre che
del corpo;
la
ricchezza più
grande sia
la gioia
di essere
insieme.
Il più
debole sia
al centro
della casa;
il
più piccolo
e il
più vecchio
siano i
più amati;
il
domani non
faccia paura,
perché Dio
è sempre
vicino.
Si renda
grazie a
Dio per
tutto ciò
che la
vita offre
e
che il
Suo amore
ci ha
dato;
non si
abbia paura
di essere
onesti
e di
soffrire per
gli altri;
il
crocifisso esposto
in casa
non sia
un portafortuna,
ma
ricordi tutto
questo;
la
parrocchia e
la Chiesa
siano
sempre
l‘orizzonte
più ampio;
la
volontà di
Dio sia
fatta,
così che
ciascuno segua
la sua
vocazione,
la
strada indicata
dal Signore.
Amen.
(Armando Trasarti, vescovo di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola)
Canto finale: Sempre canterò