Incontro 11 novembre 2012 – Preghiera del mattino

Lecce | 15 Nov 2012

Credere in Gesù, il Signore!

Canto iniziale

Preghiera: Ti chiamerò, Signore (Yunus Emre)

Con le montagne e le pietre

ti chiamerò, Signore.

Con gli uccelli all’alba

ti chiamerò, Signore. Ti chiamerò.

Con la luna tra le acque,

con la gazzella nel deserto,

nell’amore con i credenti,

ti chiamerò, Signore. Ti chiamerò.

In cielo con Gesù,

con Mosè sul Sinai,

con il bastone tra le mani,

ti chiamerò, Signore. Ti chiamerò.

Ho conosciuto bene il mondo,

ho abbandonato sogni e illusioni.

Con il capo scoperto e i piedi scalzi,

ti chiamerò, Signore. Ti chiamerò.

Yunus parla tutte le lingue.

Con gli uccelli, gli usignoli,

con quelli che amano la giustizia,

ti chiamerò, Signore. Ti chiamerò.

Dal libro del profeta Isaia (42,1-4.6-7)

Così dice il Signore:
«Ecco il mio servo che io sostengo,
il mio eletto di cui mi compiaccio.
Ho posto il mio spirito su di lui;
egli porterà il diritto alle nazioni.
Non griderà né alzerà il tono,
non farà udire in piazza la sua voce,
non spezzerà una canna incrinata,
non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta;
proclamerà il diritto con verità.

Non verrà meno e non si abbatterà,
finché non avrà stabilito il diritto sulla terra,
e le isole attendono il suo insegnamento.
Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia
e ti ho preso per mano;
ti ho formato e ti ho stabilito
come alleanza del popolo
e luce delle nazioni,
perché tu apra gli occhi ai ciechi
e faccia uscire dal carcere i prigionieri,
dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre».

Riflessione

[…] Perché l’amore è più grande? Così risponde Dietrich Bonhoeffer in una predica del 1934: “Perché credere significa vivere davanti a Dio, sperare significa vivere in vista di Dio, ma amare significa vivere in Dio.

La fede ci giustifica, la speranza ci orienta, ma l’amore ci porta a compimento: l’amore è più grande.

La fede ci rende confessanti, la speranza ci rende fiduciosi, ma l’amore ci rende servitori: l’amore è più grande.

La fede fa memoria del passato, la speranza anticipa il futuro, ma l’amore ci rende attenti al presente: l’amore è più grande.

La fede ci libera dall’ansia, la speranza ci libera dalla paura, ma l’amore ci libera da noi stessi: l’amore è più grande.

La fede apre la mente, la speranza dischiude orizzonti, ma l’amore riscalda i cuori: l’amore è più grande”.

Ecco dunque chi è, concludendo, il discepolo di Gesù: è un uomo, una donna chiamati a partire, a diventare viandanti, itineranti e in questo viaggio a esercitarsi nella fede, a coltivare la speranza e a praticare l’amore.

È questo che Gesù, il Maestro, è stato ed ha fatto. Seguirlo significa vivere come lui. (Paolo Ricca)

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini (1,3-10)

Dio ci ha amati per mezzo di Cristo

Benedetto sia Dio
Padre di Gesù Cristo nostro Signore.
Egli ci ha uniti a Cristo nel cielo,
ci ha dato tutte le benedizioni dello Spirito.
Prima della creazione del mondo
Dio ci ha scelti
per mezzo di Cristo,
per renderci santi e senza difetti
di fronte a lui.
Nel suo amore
Dio aveva deciso
di farci diventare suoi figli
per mezzo di Cristo Gesù.
Così ha voluto
nella sua bontà.
A Dio dunque sia lode,
per il dono meraviglioso
che egli ci ha fatto
per mezzo di Gesù
suo amatissimo Figlio.
Cristo è morto per noi
e noi siamo liberati;
i nostri peccati sono perdonati.
Questa è la ricchezza della grazia di Dio,
che egli ci ha dato
con abbondanza.
Ci ha dato la piena sapienza
e la piena intelligenza:
ci ha fatto conoscere
il segreto progetto della sua volontà:
quello che fin da principio
generosamente
aveva deciso di realizzare
per mezzo di Cristo.
Così Dio conduce la storia
al suo compimento:
riunisce tutte le cose,
quelle del cielo e quelle della terra
sotto un unico capo,
Cristo.

Silenzio e risonanze

Padre Nostro

Canto finale

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