Incontro 9 dicembre 2012 – Preghiera del mattino

Lecce | 14 Dic 2012

In questo tempo che i potenti chiamano di pace, ignorando chi muore in Palestina come in Israele, nel Mar Mediterraneo, come in Siria e in Congo, in Nigeria, in Somalia… Padre ti chiediamo di aiutarci veramente a metterci in cammino per costruire la pace.

Tutti insieme: Signore della storia, rendici testimoni della vita nuova, di un cuore nuovo, un cuore posseduto dalla pace come unica e pacificante ricchezza.

Canto: Vi darò un cuore nuovo

Recitiamo a cori alterni: Cantico (Is 52,7-10)

Quanto è bello vedere arrivare sui monti

un messaggero di buone notizie,

che annunzia la pace, la felicità e la salvezza!

Egli dice a Gerusalemme: “Il tuo Dio regna”.

Le sentinelle delle città gridano forte,

esultano di gioia: perché vedono con i loro occhi

il Signore che ritorna sul monte Sion.

Rovine di Gerusalemme, esultate di gioia:

il Signore ha confortato il suo popolo,

egli ha salvato Gerusalemme.

Il Signore ha mostrato la sua divina potenza,

davanti a tutti i popoli.

Anche i popoli più lontani vedranno

come il Signore ci ha salvato.

Gloria al Padre e al Figlio

e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, e ora e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

La pace come cammino (don Tonino Bello)

A dire il vero non siamo molto abituati a legare il termine PACE a concetti dinamici. Raramente sentiamo dire: “Quell’uomo si affatica in pace”, “lotta in pace”, “strappa la vita coi denti in pace”… Più consuete, nel nostro linguaggio, sono invece le espressioni: “Sta seduto in pace”, “sta leggendo in pace”, “medita in pace” e, ovviamente, “riposa in pace”. La pace, insomma, ci richiama più la vestaglia da camera che lo zaino del viandante. Più il comfort del salotto che i pericoli della strada. Più il caminetto che l’officina brulicante di problemi. Più la penombra raccolta di una chiesa che una riunione di sindacato. Occorre forse una rivoluzione di mentalità per capire che la pace non è un dato, ma una conquista. Non un bene di consumo, ma il prodotto di un impegno. Non un nastro di partenza, ma uno striscione di arrivo. La pace richiede lotta, sofferenza, tenacia. Esige alti costi di incomprensione e di sacrificio. Rifiuta la tentazione del godimento. Non tollera atteggiamenti sedentari. Non annulla la conflittualità. Non ha molto da spartire con la banale “vita pacifica”. Sì, la pace prima che traguardo, è cammino. E, per giunta, cammino in salita.

Recitiamo a cori alterni: Salmo (107,1-9)

Rendete grazie al Signore: egli è buono,

eterno è il suo amore per noi.

Lo dicano quelli che il Signore ha liberato,

che ha strappato dalle mani del nemico.

Li ha radunati da tutte le nazioni,

dal nord e dal sud, dall’est e dall’ovest.

Alcuni si erano perduti nel deserto,

vagavano per sentieri desolati

senza trovare un luogo abitato.

Erano oppressi dalla fame e dalla sete,

avevano già perso ogni speranza.

Allora nell’angoscia gridarono al Signore

ed egli li salvò da ogni pericolo.

Fece loro trovare il giusto sentiero

verso una città abitata.

Rendano grazie al Signore: egli è buono,

compie per l’uomo opere stupende.

Ha dato da bere agli assetati,

ha colmato di beni gli affamati.

Gloria al Padre e al Figlio

e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, e ora e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Signore concedi al nostro tempo giorni di pace

– O Signore dona a noi, ai nostri fratelli, ai Paesi in guerra, a tutti, la tua pace. Quella che l’irragionevolezza degli uomini non sa darsi.

– O Signore ti invochiamo ad una sola voce per il futuro del mondo, per la pace tra i popoli, per la solidarietà tra le genti e ricordiamo davanti a Te tutte le guerre dimenticate.

– O Signore fa’ che la preghiera generi nei nostri cuori la speranza di porre fine ad ogni guerra e fa’ crescere in noi il desiderio di pace.

– O Signore fa’ che il tuo popolo divenga coraggioso operatore di pace e di giustizia affinché i nemici si aprano al dialogo e le genti si incontrino nella concordia.

Preghiera e riflessione personale

O Dio di verità

O Dio di verità

che gli uomini diversi chiamano con diversi nomi,

ma che sei l’Uno, l’Unico e il Medesimo,

che sei colui che è,

che sei in tutto ciò che è

e nell’unione di tutti quelli che si uniscono,

che sei nelle altezze e nell’abisso,

nell’infinito dei cieli e nell’ombra del cuore

come un piccolo seme.

Noi ti lodiamo, Signore, per quanto ci esaudisci,

perché questa preghiera è un esaudimento,

perché noi ci rivolgiamo insieme a te,

eleviamo il nostro volere, purifichiamo il nostro desiderio

e ci accordiamo.

E cos’altro potremo chiedere ancora se ciò è compiuto?

Sì, se non domandare che questo duri, o Eterno,

lungo il nostro giorno e la nostra notte,

se non d’amarti tanto da amare quelli che ti amano

e t’invocano come noi,

tanto da amare quelli che ti pregano e ti pensano diversamente,

tanto da volere il bene di quelli che ci vogliono del male,

tanto da volere il bene di quelli che ti rinnegano e ti ignorano,

il bene di ritornare a te.

Donaci l’intelligenza della tua legge, Signore,

il rispetto meravigliato e misericordioso di tutto ciò che vive,

l’amore senza rovesci d’odio,

la forza e la gioia della pace.

Amen.

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