Incontro 17 novembre 2013 – Preghiera

Verona | 23 Nov 2013

MARIA: MADRE E DISCEPOLA

Salmo 127 (126) Canto dei pellegrini.

Se il Signore non costruisce la casa,
invano si affaticano i costruttori.
Se il Signore non vigila sulla città,
invano veglia la sentinella.
Invano vi alzate di buon mattino
e tardi andate a riposare,
voi che mangiate un pane di fatica:
al suo prediletto egli lo darà nel sonno.
Ecco, eredità del Signore sono i figli,
è sua ricompensa il frutto del grembo.
Come frecce in mano a un guerriero
sono i figli avuti in giovinezza.
Beato l’uomo che ne ha piena la faretra:
non dovrà vergognarsi quando verrà alla porta
a trattare con i propri nemici.

L’Anfora

Ogni giorno, un contadino portava l’acqua dalla sorgente al villaggio in due grosse anfore che legava sulla groppa dell’asino, che gli trotterellava accanto.
Una delle anfore, vecchia e piena di fessure, durante il viaggio, perdeva acqua. L’altra, nuova e perfetta, conservava tutto il contenuto senza perderne neppure una goccia.
L’anfora vecchia e screpolata si sentiva umiliata e inutile, tanto più che l’anfora nuova non perdeva l’occasione di far notare la sua perfezione: «Non perdo neanche una stilla d’acqua, io».
Un mattino, la vecchia anfora si confidò con il padrone: «Lo sai, sono cosciente dei miei limiti. Sprechi tempo, fatica e soldi per colpa mia. Quando arriviamo al villaggio io sono mezza vuota. Perdona la mia debolezza e le mie ferite».
Il giorno dopo, durante il viaggio, il padrone si rivolse all’anfora screpolata e le disse: «Guarda il bordo della strada». «E bellissimo, pieno di fiori». «Solo grazie a te» disse il padrone. «Sei tu che ogni giorno innaffi il bordo della strada. Io ho comprato un pacchetto di semi di fiori e li ho seminati lungo la strada, e senza saperlo e senza volerlo, tu li innaffi ogni giorno».
Siamo tutti pieni di ferite e screpolature ma, se lo vogliamo, Dio sa fare meraviglie con le nostre imperfezioni.

Preghiera

Mi hai fatto senza fine questa è la tua volontà.

Questo fragile vaso continuamente tu vuoti

continuamente lo riempi di vita sempre nuova.

Questo piccolo flauto di canna hai portato per valli e colline

attraverso esso hai soffiato melodie eternamente nuove.

Quando mi sfiorano le tue mani immortali questo piccolo cuore si perde

in una gioia senza confini e canta melodie ineffabili.

Su queste piccole mani scendono i tuoi doni infiniti.

Passano le età, e tu continui a versare, e ancora c’è spazio da riempire.

Rabindranath Tagore

Silenzio e breve condivisione

Canto finale: Preghiera di San Damiano

Ogni uomo semplice, porta in cuore un sogno,
con amore ed umiltà potrà costruirlo;
Se con fede tu saprai vivere umilmente
più felice tu sarai anche senza niente.

Se vorrai ogni giorno con il tuo sudore
una pietra dopo l’altra alto arriverai.

Nella vita semplice troverai la strada
che la calma donerà al tuo cuore puro
E le gioie semplici sono le più belle
sono quelle che alla fine sono le più grandi.

Dai e dai ogni giorno con il tuo sudore
una pietra dopo l’altra in alto arriverai.

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