Incontro 15 dicembre 2018

Bari | 04 Gen 2019

I CARISMI

Canto: Kumbaya

Dagli scritti di san Daniele Comboni (4a edizione del Piano per la Rigenerazione dell’Africa – anno 1871)

2764Il piano che proponiamo è la creazione di Istituti d’ambo i sessi. 2765Questi Istituti dovrebbero accogliere giovani e giovanette della razza negra, allo scopo di istruirli nella religione cattolica e nella cristiana civiltà. 2772Da ciascuno di questi Istituti si formeranno altrettanti corpi maschili e femminili, destinati a trapiantarsi gradatamente nelle regioni dell’Africa centrale, al fine di iniziarvi e stabilirvi l’opera del cattolicesimo.
2773Il Corpo dei giovani negri sarà composto: di Catechisti; di Maestri; di Artisti, a cui si comunicherà la cognizione pratica delle arti necessarie e più utili alle regioni centrali, per formare agricoltori, medici, infermieri, farmacisti, falegnami, sarti, conciatori di pelli, fabbriferrai, muratori, calzolai. 2774Il corpo delle giovinette negre sarà composto: di Istitutrici, a cui si darà istruzione nella religione e nella morale cattolica; di Maestre e donne di famiglia, le quali dovranno promuovere l’istruzione femminile in leggere, scrivere, far conti, filare, cucire, tessere, assistere agli infermi.
2775Trapiantati mano mano questi drappelli, ciascun individuo, mentre presterà la sua opera a propagarvi la religione e la civiltà in cui venne a tal uopo istituito, ed a promuovere l’agricoltura, potrà abbracciare quello stato di vita a cui si sentirà più inclinato. 2776Dalla classe dei Catechisti si caverà la sezione degli individui nei quali si scorgerà una probabile disposizione allo stato ecclesiastico; e questa verrà destinata all’esercizio del divin ministero. 2777Dal drappello delle giovani negre, che non aspirassero allo stato coniugale, si caverà parimenti la sezione delle Vergini della Carità. Questa sezione costituirà la falange destinata a reggere le scuole delle fanciulle e a compiere le funzioni più importanti della cristiana carità.
2778In tal modo, per mezzo del ministero del Clero indigeno e delle Vergini della carità, coadiuvato dall’opera dei Catechisti, dei Maestri, degli Artisti, delle Istitutrici, delle Maestre e donne di famiglia, si formeranno a poco a poco numerose famiglie cattoliche, e sorgeranno fiorite società cristiane.

Segno

Prenderemo un tassello del puzzle e scriveremo il “carisma” che sentiamo ci sia stato donato dal Signore. Riporremo il tassello nel punto esatto da cui lo abbiamo preso, al fine di ricomporre il puzzle, che rappresenta il nostro gruppo, la Chiesa, il mondo. Come ci ha detto papa Francesco: “I carismi […] sono tutti regali che Dio fa alla comunità cristiana, perché possa crescere armoniosa, nella fede e nel suo amore, come un corpo solo […]. Guai, […] se questi doni diventano motivo di invidia, di divisione, di gelosia! […] Tutti i carismi sono importanti agli occhi di Dio e, allo stesso tempo, nessuno è insostituibile. Questo vuol dire che nella comunità cristiana abbiamo bisogno l’uno dell’altro, e ogni dono ricevuto si attua pienamente quando viene condiviso con i fratelli, per il bene di tutti” (Udienza generale del 1° ottobre 2014).

Preghiera

O Padre, san Daniele Comboni ha vissuto una mirabile e sconfinata fiducia in Te: dona anche a noi per sua intercessione una fede semplice e grande, che si abbandona fiduciosamente ogni giorno alla tua volontà.

O Padre, lo spirito di sacrificio e l’amore eroico alla Croce ardevano nel cuore di san Daniele Comboni: dona anche a noi un cuore generoso come il suo, che sa donarsi nel sacrificio senza stancarsi.

O Padre, san Daniele Comboni aveva un amore immenso per le anime dei più poveri e abbandonati: fa’ che non abbiamo pace, come lui, se qualche fratello ancora non ti ha conosciuto; fa’ di noi missionari del Vangelo perché tanti ti possano incontrare.

O Padre, san Daniele Comboni ha trascorso tutta la sua vita per la diffusione del Tuo regno fra i popoli dell’Africa, ha amato intensamente l’Africa e gli Africani: per sua intercessione dona il pane del Vangelo ai popoli africani e sostieni i missionari in quelle terre.

San Daniele Comboni, prega per noi!

Dal capitolo 12 della Prima lettera di san Paolo ai Corinzi

4Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; 5vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; 6vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. 7A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune: 8a uno infatti, per mezzo dello Spirito, viene dato il linguaggio di sapienza; a un altro invece, dallo stesso Spirito, il linguaggio di conoscenza; 9a uno, nello stesso Spirito, la fede; a un altro, nell’unico Spirito, il dono delle guarigioni; 10a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di discernere gli spiriti; a un altro la varietà delle lingue; a un altro l’interpretazione delle lingue. 11Ma tutte queste cose le opera l’unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole.
14[…] Il corpo non è formato da un membro solo, ma da molte membra. 16[…] Se l’orecchio dicesse: “Poiché non sono occhio, non appartengo al corpo”, non per questo non farebbe parte del corpo. 17Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l’udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe l’odorato? 19Se […] tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? 20Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo. 21Non può l’occhio dire alla mano: “Non ho bisogno di te”; oppure la testa ai piedi: “Non ho bisogno di voi”. 26[…] Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui.
27Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra. 28Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi ci sono i miracoli, quindi il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di parlare varie lingue.

Catechesi

La Comunità di Corinto è stata fondata da san Paolo nel 50-52 d.C.; dopo 5 anni dalla sua fondazione san Paolo scrive la Prima lettera ai Corinzi, in un momento nel quale quella comunità attraversava un momento di disordine. Corinto era la capitale dell’eros, dell’egoismo, e c’era divisione tra chi voleva vivere i valori propugnati da san Paolo e chi se ne dissociava.

• Dal brano ascoltato emerge che ciò che unisce, al di là delle divisioni, è lo Spirito.

• I carismi sono diversi e la diversità è motivo di arricchimento: non possiamo vivere da soli.

• Ognuno è un dono per se stesso ed ha una missione specifica nel mondo.

• I carismi sono ricchezza, non ostacolo.

• Non dobbiamo fare paragoni: ciascuno è chiamato a svolgere il proprio ministero in momenti storici diversi: nulla è per caso. I paragoni fanno male, nessuno è più bravo dell’altro.

• Conoscere i nostri carismi personali, apprezzare quelli degli altri.

• Per Dio ciascuno è importante con i propri carismi personali.

• Non perché uno è paralizzato fisicamente è inutile: c’è chi offre la propria sofferenza.

• Quello che hai ricevuto, anche se poco, condividilo!

• Non mettere le “targhe” alle persone.

• Ognuno ha i suoi tempi: cercare di capire i tempi degli altri.

• Non possiamo pretendere di uniformare il pensiero di un gruppo pur avendo un fine comune.

• Nelle comunità ognuno deve trovare il suo spazio e dare spazio agli altri affinché ciascuno possa fare la sua parte.

• Non restare a guardare, ma impegnarsi.

• Non decidere da soli, ma ascoltare gli altri.

• È una sfida di ogni giorno cercare l’equilibrio.

• Alimentare lo spirito tramite preghiera, letture, sacramenti, ascolto per non demoralizzarci e non adeguarci alla mondanità.

Dibattito

Si cerca uno scopo comune: se non lo si condivide, le strade si separano. Saper dialogare in vista di una comune strategia di intervento. Se non condivido la linea, mettersi da parte: se semini divisione, sei egoista.

• Ascolto è mettere da parte ciò che penso.

• Uniformizzazione non è unità; umiltà non è umiliazione; armonia non è appiattimento.

• I carismi sono da esercitare, ma non per l’autoaffermazione.

• Non preoccuparsi di fare azioni per far funzionare il gruppo, ma impegnarsi a crescere individualmente, il che avrà benefici per il gruppo.

• Essere gentili con gli altri perché ciascuno ha le proprie ferite di vita.

• Prima di accusare gli altri, analizzare se stessi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.