Incontro 13 aprile 2014

Venegono Superiore | 15 Apr 2014

IL PROFUMO DI BETANIA

Canto iniziale: Il canto degli umili

La giornata sarà una lunga meditazione sul brano dell’unzione di Betania e dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme caratterizzata da un momento di silenzio personale oltre alla consueta condivisione.

(I bambini portano i lumini che ci serviranno durante il momento della memoria)

Salmo 24

Del Signore è la terra e quanto contiene,
l’universo e i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondata sui mari,
e sui fiumi l’ha stabilita.

Chi salirà il monte del Signore,
chi starà nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non pronunzia menzogna,
chi non giura a danno del suo prossimo.

Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.

Sollevate, porte, i vostri frontali,
alzatevi, porte antiche,
ed entri il re della gloria.
Chi è questo re della gloria?
il Signore forte e potente,
il Signore potente in battaglia.

Sollevate, porte, i vostri frontali,
alzatevi, porte antiche,
ed entri il re della gloria.
Chi è questo re della gloria?
Il Signore degli eserciti è il re della gloria.

Preghiamo insieme

Signore Gesù,
è inesprimibile la gioia che proviamo
nel contemplare il gesto stupendo di Maria.
Ci pare di respirare anche noi
la bontà di quel profumo
che voleva esprimere, più di tante parole,
una gratitudine immensa
per quello che avevi saputo dare
e una pietà immensa
per quello che eri pronto a soffrire.
Accettando questo gesto,
così audace e delicato,
tu hai esaltato la gioiosa ebbrezza della gratuità
che ubbidisce non alle norme convenzionali,
ma all’impulso del cuore
e alla folle dismisura dell’amore.
Fossimo anche noi capaci di non calcolare mai,
ma di compiere, con la leggera scioltezza dell’affetto,
ciò che può sembrare un inutile spreco,
mentre rappresenta la poesia
più alta e più pura della vita
senza la quale
non fiorirebbe più alcun sorriso.
Signore Gesù,
donaci il cuore grande di Maria,
le sue mani compassionevoli e premurose,
qualcosa almeno
della sua straordinaria sensibilità
per poter compiere anche noi,
tutte le volte che vieni a sederti
alla nostra mensa,
i gesti semplici e luminosi
che abbelliscono
la nostra quotidiana esistenza
e la inondano già del profumo
della tua vita risorta.
Amen.

(Luigi Pozzoli)

Canto: Ogni mia parola

Dal Vangelo di Giovanni (Gv 11,55-12,19)

Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: “Che ve ne pare? Non verrà alla festa?”. Intanto i capi dei sacerdoti e i farisei avevano dato ordine che chiunque sapesse dove si trovava lo denunciasse, perché potessero arrestarlo.
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: “Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?”. Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: “Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me”.
Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Lazzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.
Il giorno seguente, la grande folla che era venuta per la festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando:

Osanna!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore,
il re d’Israele!”.

Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto:

Non temere, figlia di Sion!
Ecco, il tuo re viene,
seduto su un puledro d’asina.

I suoi discepoli sul momento non compresero queste cose; ma, quando Gesù fu glorificato, si ricordarono che di lui erano state scritte queste cose e che a lui essi le avevano fatte. Intanto la folla, che era stata con lui quando chiamò Lazzaro fuori dal sepolcro e lo risuscitò dai morti, gli dava testimonianza. Anche per questo la folla gli era andata incontro, perché aveva udito che egli aveva compiuto questo segno. I farisei allora dissero tra loro: “Vedete che non ottenete nulla? Ecco: il mondo è andato dietro a lui!”.

Momento del silenzio

Momento della memoria

Facendo memoria dello scorso incontro, riflettiamo su queste domande:
Quando sono stato pane spezzato per qualcuno?
Quando qualcuno è stato pane spezzato per me?

Scriviamo quindi su un foglio un nome, una situazione che risponda ad una di queste domande: poi bruceremo il foglio perché come questo foglio si consuma e dà calore, così anche il pane viene spezzato e consumato per diventare dono.
Porteremo con noi questo calore accendendo un lumino, che è anche profumato…

Canto finale: Servo per amore

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