IL PROFUMO DI BETANIA
Canto iniziale: Il canto degli umili
La giornata sarà una lunga meditazione sul brano dell’unzione di Betania e dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme caratterizzata da un momento di silenzio personale oltre alla consueta condivisione.
(I bambini portano i lumini che ci serviranno durante il momento della memoria)
Salmo 24
Del
Signore è la terra e quanto contiene,
l’universo e i suoi
abitanti.
È lui che l’ha fondata sui mari,
e sui fiumi
l’ha stabilita.
Chi
salirà il monte del Signore,
chi starà nel suo luogo
santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non
pronunzia menzogna,
chi non giura a danno del suo prossimo.
Egli
otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua
salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il
tuo volto, Dio di Giacobbe.
Sollevate,
porte, i vostri frontali,
alzatevi, porte antiche,
ed entri
il re della gloria.
Chi è questo re della gloria?
il
Signore forte e potente,
il Signore potente in battaglia.
Sollevate, porte, i vostri
frontali,
alzatevi, porte antiche,
ed entri il re della
gloria.
Chi è questo re della gloria?
Il Signore degli
eserciti è il re della gloria.
Preghiamo insieme
Signore
Gesù,
è
inesprimibile la gioia che proviamo
nel
contemplare il gesto stupendo di Maria.
Ci
pare di respirare anche noi
la
bontà di quel profumo
che
voleva esprimere, più di tante parole,
una
gratitudine immensa
per
quello che avevi saputo dare
e
una pietà immensa
per
quello che eri pronto a soffrire.
Accettando
questo gesto,
così
audace e delicato,
tu
hai esaltato la gioiosa ebbrezza della gratuità
che
ubbidisce non alle norme convenzionali,
ma
all’impulso del cuore
e
alla folle dismisura dell’amore.
Fossimo
anche noi capaci di non calcolare mai,
ma
di compiere, con la leggera scioltezza dell’affetto,
ciò
che può sembrare un inutile spreco,
mentre
rappresenta la poesia
più
alta e più pura della vita
senza
la quale
non
fiorirebbe più alcun sorriso.
Signore
Gesù,
donaci il
cuore grande di Maria,
le
sue mani compassionevoli e premurose,
qualcosa
almeno
della sua
straordinaria sensibilità
per
poter compiere anche noi,
tutte
le volte che vieni a sederti
alla
nostra mensa,
i
gesti semplici e luminosi
che
abbelliscono
la
nostra quotidiana esistenza
e
la inondano già del profumo
della
tua vita risorta.
Amen.
(Luigi Pozzoli)
Canto: Ogni mia parola
Dal Vangelo di Giovanni (Gv 11,55-12,19)
Era
vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a
Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù
e, stando nel tempio, dicevano tra loro: “Che ve ne pare? Non verrà
alla festa?”. Intanto i capi dei sacerdoti e i farisei avevano dato
ordine che chiunque sapesse dove si trovava lo denunciasse, perché
potessero arrestarlo.
Sei
giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava
Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui
una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria
allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai
prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi
capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo.
Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per
tradirlo, disse: “Perché non si è venduto questo profumo per
trecento denari e non si sono dati ai poveri?”. Disse questo non
perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome
teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù
allora disse: “Lasciala fare, perché essa lo conservi per il
giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi,
ma non sempre avete me”.
Intanto una grande folla di
Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per
Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai
morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche
Lazzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e
credevano in Gesù.
Il
giorno seguente, la grande folla che era venuta per la festa, udito
che Gesù veniva a Gerusalemme, prese dei rami di palme e uscì
incontro a lui gridando:
“Osanna!
Benedetto
colui che viene nel nome del Signore,
il re
d’Israele!”.
Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto:
Non
temere, figlia di Sion!
Ecco,
il tuo re viene,
seduto
su un puledro d’asina.
I suoi discepoli sul momento non compresero queste cose; ma, quando Gesù fu glorificato, si ricordarono che di lui erano state scritte queste cose e che a lui essi le avevano fatte. Intanto la folla, che era stata con lui quando chiamò Lazzaro fuori dal sepolcro e lo risuscitò dai morti, gli dava testimonianza. Anche per questo la folla gli era andata incontro, perché aveva udito che egli aveva compiuto questo segno. I farisei allora dissero tra loro: “Vedete che non ottenete nulla? Ecco: il mondo è andato dietro a lui!”.
Momento del silenzio
Momento della memoria
Facendo
memoria dello scorso incontro, riflettiamo su queste domande:
Quando
sono stato pane spezzato per qualcuno?
Quando
qualcuno è stato pane spezzato per me?
Scriviamo
quindi su un foglio un nome, una situazione che risponda ad una di
queste domande: poi bruceremo il foglio perché come questo foglio si
consuma e dà calore, così anche il pane viene spezzato e consumato
per diventare dono.
Porteremo con noi questo calore accendendo
un lumino, che è anche profumato…
Canto finale: Servo per amore