Fermiamo i signori della guerra

Iniziative e Campagne | 01 Mag 2017

I laici missionari comboniani hanno aderito al seguente appello di p. Alex Zanotelli e invitano a firmare online.

Napoli, 14 aprile 2017

Trovo vergognosa l’indifferenza con cui noi assistiamo a una ‘guerra mondiale a pezzetti’, a una carneficina spaventosa come quella in Siria, a un attacco missilistico da parte di Trump contro la base militare di Shayrat in Siria, ora allo sgancio della super bomba GBU-43 (la madre di tutte le bombe) in Afghanistan e a un’incombente minaccia nucleare.
L’Italia, secondo l’Osservatorio sulle spese militari italiane (Mil€x), arriverà a spendere quest’anno 23 miliardi di euro in armi (l’1,18% del PIL) che significa 64 milioni di euro al giorno! Ora Trump, che porterà il bilancio militare USA a 700 miliardi di dollari, sta premendo perché l’Italia arrivi al 2% del PIL che significherebbe 100 milioni di euro al giorno. “Pronti a rivedere le spese militari – ha risposto il Ministro della Difesa Roberta Pinotti – come ce lo chiede l’America”. La Pinotti ha anche annunciato che vuole realizzare il Pentagono italiano a Centocelle (Roma), dove sorgerà una nuova struttura con i vertici di tutte le Forze Armate. Il nostro Ministro della Difesa ha inoltre preparato il Libro Bianco della Difesa in cui si afferma che l’Italia andrà in guerra ovunque i suoi interessi vitali saranno minacciati. È un autentico golpe democratico che cancella l’articolo 11 della Costituzione. Dobbiamo appellarci al Parlamento italiano perché non lo approvi. Il Libro Bianco, inoltre, definisce l’industria militare italiana ‘pilastro del Sistema Paese’. Infatti nel 2015 abbiamo esportato armi pesanti per un valore di oltre 7 miliardi di euro! Vendendo armi ai peggiori regimi come l’Arabia Saudita. Questo in barba alla legge 185/90 che vieta la vendita di armi a paesi in guerra o dove i diritti umani sono violati. L’Arabia Saudita è in guerra contro lo Yemen, dove vengono bombardati perfino i civili con orribili tecniche speciali. Secondo l’ONU, nello Yemen è in atto una delle più gravi crisi umanitarie del pianeta. All’Arabia Saudita abbiamo venduto bombe aeree Mk 82, Mk 83, Mk 84, prodotte dall’azienda RWM Italia con sede legale a Ghedi (Brescia) e stabilimento a Domusnovas in Sardegna. Abbiamo venduto armi anche al Qatar e agli Emirati Arabi Uniti con cui quei paesi armano i gruppi jihadisti in Iraq, in Libia, ma soprattutto in Siria dov’è in corso una delle guerre più spaventose del Medio Oriente. In sei anni di guerra ci sono stati 500.000 morti e 12 milioni di rifugiati o sfollati su una popolazione di 22 milioni! Come italiani, stiamo assistendo indifferenti alla tragica guerra civile in Libia, da noi causata con la guerra contro Gheddafi. E ora, per fermare il flusso dei migranti, abbiamo avuto la spudoratezza di firmare un memorandum d’intesa con il governo libico di al-Sarrāj che non riesce neanche a controllare Tripoli. E così aiutiamo la Libia a frantumarsi ancora di più. E con altrettanta noncuranza assistiamo a guerre in Sud Sudan, Somalia, Sudan, Repubblica Centrafricana, Mali. Senza parlare di ciò che avviene nel cuore dell’Africa, in Congo e Burundi. E siamo in guerra in Afghanistan: una guerra che dura da 15 anni ed è costata agli italiani 6,6 miliardi di euro.
Mentre in Europa stiamo assistendo in silenzio al nuovo schieramento della NATO nei paesi baltici e nei paesi confinanti con la Russia. In Romania, la NATO ha schierato razzi antimissile e altrettanto ha fatto in Polonia a Redzikowo. Ben cinquemila soldati americani sono stati spostati in quei paesi. Anche il nostro governo ha inviato 140 soldati in Lettonia. Mosca ha risposto schierando a Kaliningrad i missili Iskander-M, che possono avere anche testate nucleari. Siamo ritornati alla guerra fredda, con il terrore nucleare incombente. La lancetta dell’orologio dell’apocalisse è stata spostata a due minuti dalla mezzanotte, come ai tempi della guerra fredda.
Ecco perché all’ONU si sta lavorando per un Trattato di messa al bando delle armi nucleari, promosso dalle nazioni che non possiedono il nucleare, mentre le 9 nazioni che lo possiedono non vi partecipano. È incredibile che il governo Gentiloni ritenga che tale Conferenza “costituisca un elemento fortemente divisivo”, per cui l’Italia non vi partecipa. Eppure l’Italia ha sul territorio una settantina di vecchie bombe atomiche, che ora verranno rimpiazzate dalle più micidiali B61-12. Quanta ipocrisia da parte del nostro governo!
Davanti a una così grave situazione, non riesco a capire il quasi silenzio del movimento italiano per la pace. Una cosa è chiara: siamo frantumati in tanti rivoli, ognuno occupato a portare avanti le proprie istanze! Quand’è che decideremo di metterci insieme e di scendere unitariamente in piazza per contestare un governo sempre più guerrafondaio? Perché non rimettiamo tutti le bandiere della pace sui nostri balconi? Ma ancora più male mi fa il silenzio della CEI e delle comunità cristiane. Questo nonostante le forti prese di posizione sulla guerra di papa Francesco. È un magistero, il suo, di una lucidità e forza straordinaria. Quando verrà recepito dai nostri vescovi, sacerdoti, comunità cristiane? Dopo il suo recente messaggio inviato alla Conferenza ONU, in cui ci dice che “dobbiamo impegnarci per un mondo senza armi nucleari”, non si potrebbe pensare a una straordinaria Marcia Perugia-Assisi, promossa dalle realtà ecclesiali assieme a tutte le altre realtà, per dare forza al tentativo delle Nazioni Unite di mettere al bando le armi atomiche e dire basta alla ‘follia’ delle guerre e dell’industria delle armi? Sarebbe questo il regalo di Pasqua che papa Francesco ci chiede: “Fermate i signori della guerra, la violenza distrugge il mondo e a guadagnarci sono solo loro”.

Alex Zanotelli

One thought on “Fermiamo i signori della guerra”

  1. Al di là degli enormi interessi, palesi e nascosti, nella produzione e commercializzazione delle armi, il concetto di guerra, se non diventa un ossimoro con la maturazione democratica e interessi popolari, nel quadro del rispetto comunque ed ovunque della vita umana, sarà sempre più difficile frenare le frenesie delle giustificazioni sempre più balorde degli interessati alle guerre, globali o parziali. Papa Francesco, se rimane “vox clamantis in deserto”, non può fare molto. Per fortuna, però, c’è. Aderisco pienamente al Vostro appello. Grazie, Benito Caputo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.