Da Noticum

Incontri e Assemblee | 12 Gen 2013

Qui e ora

La voce dei laici missionari

A Bevera, presso la casa dei Missionari della Consolata, nel weekend 7-9 dicembre scorsi si è svolto il primo incontro dei laici degli istituti missionari. 3 relatori, più di 100 partecipanti accompagnati dal vociare di oltre 30 bambini: questi i primi numeri del convegno che ha visto la partecipazione di diversi gruppi di laici afferenti a tutti i maggiori istituti missionari italiani. Un weekend intenso sia per Chiara, 3 mesi di vita, una delle partecipanti più giovani che ha dovuto fare i conti con le temperature rigide di questo periodo, sia per Mimmo, 50 anni, che da Salerno ha attraversato l’Italia per essere presente a questo incontro.

Il programma era fitto, a partire già dal venerdì sera, quando i diversi gruppi hanno presentato il loro cammino, fatto di gruppi di base, incontri allargati a livello nazionale, condivisione e ricerca di nuovi stili di vita, per stare nel mondo senza omogeneizzarsi ad esso.

Il sabato mattina ha avuto come protagonista Carmelo Dotolo, teologo e docente all’Università Lateranense, che ha affrontato il tema della presenza del laico missionario nella chiesa italiana. Le reazioni alle sue sollecitazioni non si sono fatte attendere: quando i laici riusciranno a passare da uno status di collaboratori ad uno di corresponsabili nelle scelte ecclesiali?

Il pomeriggio è stato dedicato ad un assaggio del metodo della lettura popolare della Bibbia, quale approccio laicale alla Parola. Ci ha aiutati in questo Oscar Maraggia, membro del coordinamento nazionale di lettura popolare. Abbiamo riflettuto insieme su di uno dei testi più iconografici della Lettura popolare della Bibbia: i discepoli di Emmaus (Lc 24,13ss), ove si fondono i tre pilastri di questo approccio alla Parola: la realtà, la comunità e la vita.

Da ultimo la mattina della domenica abbiamo affrontato il tema del fare missione “qui ed ora” insieme a Serena Noceti, docente di teologia, che con il suo parlare spedito e schietto ha messo a fuoco l’importanza di nuovi modelli comunicativi per essere chiesa in missione: non più una comunicazione top-down ma un modello pluridirezionale mutuato dalla rete.

Gli obiettivi di questo primo esperimento di coinvolgimento “cross-istituto” erano molteplici e i commenti che serpeggiavano nell’ultimo giorno erano tutti largamente positivi; quello che più di altri spero sia stato colto può essere riassunto in una sola parola, scambio: scambio di opinioni, scambio di esperienze, di modi nel vivere la propria laicità missionaria. Uno scambio per sentirsi meno soli.

Samuele Gallazzi

samuelegallazzi@gmail.com

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