Comunicato


Due vicende accadute negli ultimi giorni in due punti opposti dell’Italia (Busto Arsizio e Rosarno), per quanto differenti nella loro storia, rappresentano i segni di una realtà non solo cambiata ma che sta sempre più accettando la violenza, l’emarginazione e i soprusi sui più deboli. Una società infettata da quello che papa Francesco definisce il “virus dell’indifferenza1.
Il fantoccio bruciato a Busto Arsizio (VA), raffigurante la presidente della Camera su una barca in viaggio nel Mediterraneo, non può essere etichettato come una “bravata”. Esso rientra nei sentimenti di odio e paura verso gli immigrati. Sentimenti che stanno diventando sempre più forti all’interno della società e che, da parte di alcuni candidati e forze politiche, vengono ingigantiti nella campagna elettorale di queste settimane.
27 gennaio Giorno della Memoria e, allo stesso tempo, giorno in cui a Rosarno (RC) si è incendiata la baraccopoli in cui vivevano qualche centinaio di immigrati impegnati nella raccolta degli agrumi. Nell’incendio è morta Becky Moses, una donna nigeriana di 26 anni, e altre due donne sono rimaste gravemente ferite.
Nel 2018 le baracche, i ghetti in Italia esistono ancora e, anche se non vediamo i loro abitanti, sicuramente, quando ci rechiamo a fare la spesa, entriamo in contatto con i prodotti che i migranti raccolgono nelle campagne.
Purtroppo nella nostra epoca, così ricca di tante conquiste e speranze, non mancano poteri e forze che finiscono per produrre una cultura dello scarto; e questa tende a divenire mentalità comune”, ricorda sempre papa Francesco2.
La cultura dello scarto è rappresentata anche da questi ghetti, alcuni dei quali esistono da anni, sorti in differenti parti d’Italia. Dei nonluoghi in cui finiscono centinaia di migranti costretti a lavorare per pochi euro.
Queste due vicende non sono dei casi isolati, distanti nello spazio. Essi devono essere esaminati nel loro insieme per comprendere la base su cui poggiano. Per tali motivazioni, come Laici Missionari Comboniani, abbiamo deciso di sostenere con i nostri gruppi locali l’appello nazionale “Mai più fascismi” promosso dall’ANPI insieme ad altre associazioni, sindacati, partiti, movimenti democratici.
I fascismi si basano sulla cultura dello scarto, sull’identificare delle persone come inferiori, portatrici di meno diritti e quindi da scartare ed eliminare dai luoghi in cui viviamo.
In questo momento i differenti gruppi fascisti presenti in Italia stanno utilizzando il razzismo e la xenofobia per diffondere il loro “virus della violenza, della discriminazione, dell’odio verso chi bollano come diverso”.
Come cristiani impegnati quotidianamente nell’agire accanto a chi viene considerato uno “scarto”, dobbiamo con forza respingere tali ideologie che sono in netto contrasto con quanto scritto nel Vangelo. Ricordiamoci che la Storia ha già mostrato il loro volto reale.

1 Discorso ai partecipanti alla conferenza internazionale sulla responsabilità degli Stati, istituzioni e individui nella lotta all’antisemitismo e ai crimini connessi all’odio antisemitico (29 gennaio 2018).
2 Discorso alla delegazione dell’Istituto Dignitatis Humanae (7 dicembre 2013).

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